Giunge a conclusione il lungo percorso avviato da ASGI a favore dell’inclusione dei giovani stranieri residenti in Italia.
La vicenda aveva preso avvio ormai oltre tre anni fa quando un giovane pakistano si era visto rifiutare la partecipazione al servizio civile per mancanza del requisito della cittadinanza italiana.
Il Tribunale di Milano e la Corte d’Appello di Milano avevano ritenuto che il fondamento giuridico per includere gli stranieri fosse rinvenibile nel D.lgs 77/02 e, per tale motivo, avevano ordinato al Ministero di rimuovere dal bando il divieto di accesso agli stranieri
Il giudizio, nel frattempo, è proseguito e la Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha sollevato la questione di costituzionalità della norma per contrasto con il principio di uguaglianza.
Ieri la Corte Costituzionale ha deciso dichiarando l’incostituzionalità dell’esclusione. Da oggi tutti i giovani stranieri regolarmente soggiornanti hanno diritto di accedere alla selezioni per il servizio civile.
Secondo la Consulta il fatto che il servizio civile sia finalizzato alla difesa della patria non comporta la riserva in favore dei soli cittadini perché la difesa deve essere intesa nel senso più ampio di cooperazione alla crescita della società . “L’esclusione degli stranieri, impedendo loro di concorrere a realizzare progetti di utilità sociale e di conseguenza di sviluppare il valore del servizuio a favore del bene comune, comporta un’ingiustificata limitazione al pieno sviluppo della persona e all’integrazione nella comunità di accoglienza”.
“E’ una decisione importantissima – commentano sia l’avv. Alberto Guariso, che ha assistito il cittadino pakistano, sia le associazioni ASGI e APN che avevano promosso il ricorso – che incide sulla nozione stessa di cittadinanza e di patria: sono cittadini tutti coloro che condividono le sorti della comunità nella quale vivono e ad essi spetta uguaglianza di diritti e doveri”.
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