Senato : audizione sul sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati in Italia

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Nell’ambito dell’ indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani, vigenti in Italia e nella realtà internazionale svolta dalla Commissione straordinaria per i diritti umani del Senato della Repubblica il 10 febbraio 2015 si è tenuta l’audizione del prefetto Mario Morcone, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’interno, che ha presentato il quadro sul sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati in Italia .

Dal resoconto dell’audizione

“Il prefetto MORCONE ringrazia per l’invito e ricorda la tragedia avvenuta ieri a Lampedusa, che ha causato 29 vittime. Nel 2014 si è registrato un incremento di arrivi pari al 400 per cento rispetto agli anni passati, un flusso di profughi determinato dalla forte instabilità politica di alcune zone dell’Africa centrale e della Libia e soprattutto dal protrarsi della guerra in Siria. Inoltre, l’Italia, in quanto paese di primo sbarco, è costretta ad accogliere anche i migranti che sono transitati nel nostro Paese nel tentativo di raggiungere il Nord Europa ma che sono stati respinti dagli altri Stati membri, come prevede il regolamento di Dublino. L’estrema rigidità dell’attuazione del regolamento è senza dubbio un fattore di criticità per l’Italia. Va comunque sottolineato che l’accoglienza in Italia si è fatta carico nel 2014 di 170.000 persone senza ricorrere alla dichiarazione dello stato d’emergenza, operando nel rispetto delle procedure ordinarie e dando vita a un sistema capillare sull’intero territorio. Con la Conferenza unificata del 10 luglio 2014 si è ottenuto un importante risultato in questo senso. Insieme alle Regioni e ai Comuni, il Ministero dell’interno è riuscito a distribuire gli oneri dell’accoglienza distribuendo in maniera diffusa le migliaia di profughi arrivati in Italia. La distribuzione ha permesso di ottenere un minore impatto sociale e di garantire ai migranti una integrazione concreta e più mirata rispetto al passato. Rimangono alcune criticità dovute all’atteggiamento di alcune regioni, più restie rispetto ad altre ad offrire ospitalità. Con la Conferenza unificata sono stati garantiti 20.560 posti nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) gestito dai Comuni su base volontaria, finanziati per l’80 per cento dal Ministero dell’interno e per il 20 per cento dagli stessi Comuni. Vi sono poi 9.000 persone circa accolte nei Centri d’accoglienza per richiedenti asilo (Cara). La situazione del Cara di Mineo, dove sono accolti più di tremila profughi, rappresenta un’ombra che si sta cercando di superare, perché è difficile assicurare percorsi di integrazione in quella situazione. Completa il quadro l’accoglienza straordinaria che offre 36.500 posti su tutto il territorio in centri gestiti direttamente dal Ministero tramite le prefetture. Per verificare la qualità di un sistema così delicato è in atto un monitoraggio continuo di tutte le strutture, anche attraverso Praesidium, composto da rappresentanti di organizzazioni nazionali e internazionali. L’obiettivo finale è di dar vita a una infrastruttura diffusa sul territorio che preveda una primissima accoglienza nei porti, nonché dei centri hub in tutte le regioni nei quali verificare i requisiti per la richiesta d’asilo; infine un successivo trasferimento all’interno del sistema Sprar. Sono state individuate alcune strutture della Difesa a Messina, Bari, Civitavecchia e San Giuliano di Puglia, affinché vi siano realizzati questi hub, come già avviene a Bologna nell’ex centro di identificazione ed espulsione. Va sottolineata anche l’importante decisione di raddoppiare il numero delle commissioni territoriali che decidono in merito all’asilo e che sono già operative in tutta Italia. Una delle criticità da superare riguarda invece i ricorsi per i migranti ai quali è stata rigettata la richiesta d’asilo: i tempi della decisione del giudice ordinario sono lunghissimi, spesso superano i due anni, e ai ricorrenti va comunque assicurata l’accoglienza. Infine, la situazione relativa ai minori stranieri non accompagnati rimane gravissima. La legge n. 238 del 2008 è stata fatta pensando a un contesto profondamente diverso da quello di oggi e la proposta di legge attualmente in discussione alla Camera dei deputati mira a superarla. Il Ministero dell’interno, da gennaio 2015, ha pieni poteri in questo campo e si sta impegnando per assicurare ai minori percorsi individuali adeguati alle loro esigenze.”

(…)

Il prefetto MORCONE ricorda che la cifra del pocket money a disposizione di ciascun migrante è di 2 euro e cinquanta centesimi, il resto viene dato all’ente gestore per i servizi previsti per l’accoglienza. Ricorda che il regolamento di Dublino prevede delle clausole, come quella umanitaria di sovranità e quella relativa al ricongiungimento familiare, che andrebbero sfruttate maggiormente dagli Stati membri. Il Processo di Khartoum prevede, in collaborazione con le organizzazioni internazionali, la creazione di campi profughi in Africa, a ridosso della Libia, sulle rotte migratorie più diffuse, in cui accogliere i profughi e permettere loro di chiedere asilo e di arrivare in maniera protetta in Europa. Sulla sentenza Tarakhel sottolinea che l’Italia è pronta ad accogliere la famiglia – che ha presentato il ricorso – e che la stessa Corte si è espressa in questi giorni dichiarando adeguato il sistema di accoglienza italiano.

Fonte : Senato della Repubblica

 

 

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