Il 6 febbraio 2019 l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (CILD) e Rete Disarmo renderanno pubblico il contenuto dell’accordo Italia-Niger sottoscritto dai rispettivi Governi il 26 settembre 2017 ma non ratificato dal Parlamento italiano e mai reso pubblico finora.Ancora segrete le due lettere inviate dal Governo del Niger all’Italia.
Con un accesso civico Asgi e Cild avevano chiesto di conoscere il contenuto del trattato ma il Governo italiano si era opposto a questa richiesta per motivi di sicurezza e pregiudizio per le relazioni internazionali. Tuttavia, il 16 novembre scorso, il Tar del Lazio ha dato ragione alle associazioni e ordinato al Governo italiano di rendere pubblico l’accordo.
Le Associazioni hanno ottenuto il testo grazie alla sentenza del Tar e nel corso della conferenza stampa lo renderanno noto distribuendolo ai presenti.
Interverranno: Avv. Salvatore Fachile, ASGI; Avv. Lucia Gennari, ASGI; Avv. Gennaro Santoro, CILD; Avv. Arturo Salerni, CILD; Francesco Vignarca, Rete Disarmo; Dott. Giacomo Zandonini, freelance ed esperto di Niger. Modera: avv. Giulia Crescini, ASGI.
La conferenza stampa si terrà il 6 febbraio, alle ore 11.00, presso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Corso Vittorio Emanuele 349 (1° piano).
Per accedere non è necessario l’accredito ma, per questioni organizzative, è gradita la conferma della presenza scrivendo ad Andrea Oleandri: andrea@cild.eu.
Per approfondire
Accordi in forma (semi)semplificata, istanze di accesso civico e vulnus alla Costituzione
Il 6 febbraio 2019 l’accordo Italia-Niger verrà reso pubblico grazie all’azione della società civile che lo ha ottenuto usando lo strumento dell’accesso civico . In questo articolo si ripercorre la vicenda inquadrata in un più ampio contesto di frequente ricorso ad accordi in forma semplificata che, entrando in vigore al momento della firma, vengono sottratti al procedimento di previa autorizzazione legislativa alla ratifica e, dunque, al controllo delle Camere e del Presidente della Repubblica prima che essi impegnino lo Stato italiano.
Foto : Pexel