L’Italia ancora sotto esame: dubbi sulle misure adottate dopo le condanne della CEDU

Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa mantiene aperto il monitoraggio delle misure adottate dal Governo italiano in attuazione delle sentenze della Corte Europea. ASGI aveva scritto due comunicazioni per mantenere aggiornato il Comitato sulla situazione italiana.

Italia sotto esame al Consiglio d’Europa per le condanne che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) inflisse al nostro Paese per il trattenimento arbitrario subito da alcuni cittadini stranieri a Lampedusa e per i respingimenti illegittimi dei migranti dai porti Adriatici.

Tra il 12 e il 14 marzo 2019, il Comitato dei Ministri del Consiglio di Europa si è riunito per 1340esimo meeting[1] periodico durante il quale sono state esaminate le misure adottate dagli Stati in attuazione delle sentenze della CEDU. In tale sede sono state rigettate le richieste del governo italiano di chiudere i processi di supervisione avviati a seguito della sentenza Khlaifia c. Italia– con cui la CEDU ha condannato il nostro paese per la detenzione arbitraria dei cittadini stranieri e per l’assenza di mezzi di ricorso effettivi – e della sentenza Sharifi c. Italia -relativa ai respingimenti illegittimi dal porto di Ancona e al mancato accesso alla procedura di asilo[2]. Il Comitato ha chiesto all’Italia di inviare ulteriori informazioni sulle misure adottate entro il 31 maggio 2019.

L’ASGI ritiene che la detenzione dei cittadini stranieri in Italia, in particolare nei cosiddetti centri hotspot, rappresenti ancora,  in troppi casi, una grave e ripetuta violazione del diritto fondamentale alla libertà personale. Allo stesso tempo si ritiene estremamente preoccupante l’assenza di un sistema efficiente di monitoraggio dell’accesso al diritto di asilo e di contrasto dei respingimenti arbitrari nei porti Adriatici.

Per tali motivi ASGI, nell’ambito del progetto In Limine e in cooperazione con l’Ambasciata dei diritti Marche, Melting Pot e Sos Diritti di Venezia, ha inviato due comunicazioni al Comitato dei Ministri in cui vengono evidenziate le principali violazioni riscontrate in tali contesti.

ASGI accoglie con soddisfazione le richieste di informazioni che il Comitato dei Ministri ha rivolto all’Italia e si riserva di intervenire nuovamente in tali processi, presentando le criticità e le violazioni riscontrate nei contesti di sbarco, sia presso i porti adriatici che nei centri hotspot in Sicilia.


Per ulteriori informazioni relative alle comunicazioni inviate, si veda il progetto Inlimine

[1] Informazioni e documenti sul 1340 Meeting del Comitato dei Ministri del Consiglio dell’Ue

[2] Decisione del Comitato dei Ministri a seguito dell’esame dell’attuazione della sentenza Khlaifia e Decisione del Comitato dei Ministri a seguito dell’esame dell’attuazione della sentenza Sharifi


 

Foto di Fischer Twins su Unsplash