Fondo Africa sotto esame al Consiglio di Stato

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Al vaglio del Consiglio di Stato il sostegno del Governo italiano alle autorità costiere libiche attraverso lo sviamento di fondi destinati al “Fondo Africa”


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Il 27 giugno 2019 ha preso avvio dinanzi al Consiglio di Stato il procedimento d’appello sul ricorso presentato da ASGI relativo a fondi pubblici, originariamente destinati al “Fondo Africa”, utilizzati per rafforzare il controllo dei flussi migratori attraverso la rimessa in efficienza di quattro motovedette libiche.

Il “Fondo Africa” fu istituito dal Parlamento italiano con la legge di bilancio per l’anno 2017, con lo stanziamento annuale di 200 milioni di euro per “interventi straordinari volti a rilanciare il dialogo e la cooperazione con i Paesi africani d’importanza prioritaria per le rotte migratorie”. In base ai documenti del Ministero degli Esteri ottenuti da ASGI in seguito ad una richiesta di accesso civico, il Governo italiano ha impiegato 2,5 milioni di euro destinati al “Fondo Africa” per fornire sostegno operativo alle autorità libiche nella loro attività di controllo delle frontiere marittime.

Il Governo italiano ha ammesso che i 2,5 milioni sono stati impiegati in interventi di sostegno alle autorità costiere libiche, tra cui la rimessa in efficienza di quattro motovedette, l’acquisto di pezzi di ricambio per i natanti e la formazione di personale di bordo, sostenendo però che tali interventi sono in linea con la finalità del “Fondo Africa” e con il diritto internazionale.

ASGI ritiene al contrario che, sostenendo operazioni volte ad intercettare migranti in mare per poi riportarli in campi di detenzione in Libia dove vengono sistematicamente detenuti e torturati, il Governo italiano non solo abbia commesso uno sviamento di fondi pubblici ma abbia anche direttamente contribuito a gravi violazioni dei diritti umani, contravvenendo alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e ad altre norme del diritto internazionale. Secondo ASGI inoltre, dato che le imbarcazioni rimesse in efficienza sono idonee ad essere impiegate in operazioni militari, le azioni del Governo violano anche il Regolamento del Consiglio dell’Unione Europea 2016/44 che vieta la fornitura, a qualsiasi entità o organismo in Libia, di materiale che possa essere usato a fini di repressione interna.

Per questi motivi, il 30 ottobre 2017 ASGI ha presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio chiedendo l’annullamento del decreto del Ministero degli Esteri che autorizza l’esborso dei 2,5 milioni.

Quattro organizzazioni non governative, Amnesty International, ECRE, la International Commission of Jurists e Differenza Donna, sono intervenute nel procedimento a fianco di ASGI, sostenendo che le azioni del Governo italiano violano il diritto internazionale.

Il 7 gennaio 2019 il TAR Lazio ha rigettato il ricorso. Il 10 maggio ASGI ha appellato la sentenza di fronte al Consiglio di Stato, che dopo aver rigettato l’istanza cautelare di sospensione del provvedimento impugnato, deve fissare una data per la decisione sul merito.


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