Memorandum Italia-Libia, lettera aperta del Tavolo Asilo alle istituzioni italiane: non rinnovatelo

Il 2 novembre, se il governo italiano non interverrà per annullarlo, verrà automaticamente rinnovato il Memorandum con la Libia, cioè quegli accordi, lautamente finanziati, che prevedono anche l’intervento della guardia costiera libica per fermare e riportare sulla terraferma i migranti imbarcati che tentano di raggiungere le nostre coste. 

L’orrore dei centri in cui vengono rinchiusi i migranti intercettati è stato ormai ampiamente documentato: torture, violenze, stupri e altre vessazioni finalizzate a calpestarne li diritti e la dignità di esseri umani. Tutto ciò, unito alla guerra alle Ong che fanno salvataggi in mare, ha comportato un aumento esponenziale di morti nel Mediterraneo centrale, che ormai è diventata la rotta più pericolosa per i migranti in fuga.

Con una lettera congiunta le organizzazioni del Tavolo Asilo che si occupano dei diritti dei migranti chiedono al Governo e al Parlamento italiano di annullare immediatamente il memorandum del 2017 e i precedenti accordi con il Governo libico.
Si chiede inoltre l’immediata evacuazione dei centri di detenzione per migranti, garantendo loro la necessaria assistenza e protezione, sotto l’egida della comunità internazionale, l’avvio di un programma efficace di ricerca e salvataggio in mare a livello nazionale ed europeo e canali di ingresso regolari, in modo che le persone non siano più costrette ad affidarsi ai trafficanti e a rischiare la vita nel tentativo di fuggire dall’inferno libico.

Antonello Ciervo, dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), ha ricordato che l’articolo 80 della Costituzione stabilisce che accordi internazionali di natura politica e che comportano oneri per lo Stato devono essere approvati dal Parlamento: «Ma le Camere non hanno mai ratificato il memorandum. Rinnovarlo – dice il giurista di Asgi – non è solo un atto incosciente, ma illegale e che rischia di essere criminale. Aspettiamo ancora dal governo Conte bis i segnali di discontinuità sulle politiche migratorie. L’unica differenza è che ora il ministro dell’Interno non è costantemente sui social network, ma per il resto i due decreti sicurezza sono ancora in vigore e la nave di una ong ha dovuto attendere 11 giorni in mare prima di sbarcare i naufraghi».


La lettera