INPS condannato per “lite temeraria” sugli assegni familiari

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Il Tribunale di Brescia ha riconosciuto al cittadino straniero ricorrente 900 euro aggiuntivi rispetto agli assegni familiari dovuti a titolo di sanzione nei confronti dell’ INPS che aveva resistito in giudizio nonostante le sentenze della Corte di Giustizia e della Corte Costituzionale.

La decisione appare particolarmente significativa alla luce del comportamento dell’Istituto successivo alle  sentenze della Corte di Giustizia del 25 novembre 2020 e  alla sentenza della Corte Costituzionale n. 67/2022. Come noto, nonostante la Corte abbia affermato con chiarezza che il giudice deve dare applicazione al diritto dell’Unione e garantire a cittadini stranieri il medesimo trattamento garantito agli italiani, l’INPS non ha emanato alcuna circolare sul punto e i molti cittadini stranieri che hanno presentato domanda per ottenere  gli assegni per i 5 anni antecedenti la domanda (gli anni precedenti sarebbero comunque prescritti) si vedono costretti ad agire in giudizio e ad attendere la pronuncia del giudice.

A quanto risulta, solo pochissime sedi periferiche (ad es. Lodi, in provincia di Milano) hanno provveduto in autotutela se pure solo dopo la notifica del ricorso: in tutti gli altri casi il giudizio deve giungere fino alla  sentenza e qualche giudice ha addirittura ritenuto di premiare il comportamento dell’INPS compensando le spese di causa: il che appare paradossale se si considera che la pronuncia della Corte Costituzionale non è una sentenza di incostituzionalità (che rimuove dall’ordinamento la norma contestata) ma una sentenza di inammissibilità,  che cioè si limita a confermare che, nella vicenda degli ANF,  l’impostazione proposta da quanti invocano in giudizio l’applicazione della norma dell’Unione, è effettivamente corretta.

Diversa invece la decisione del giudice bresciano che (per la prima volta, a quanto risulta) ha condannato l’INPS per “lite temeraria”: un indiretto ma  severo monito affinché l’INPS disciplini con una circolare le modalità per conseguire gli arretrati chiudendo questo contenzioso e garantendo il rispetto dei diritti riconosciuti dalla magistratura.


l’Ordinanza

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