Rotta balcanica: gli approfondimenti ASGI su Macedonia del Nord e Kosovo

Dal 2015 la Macedonia del Nord si è consolidata come Paese di transito lungo la rotta balcanica, ma la criminalizzazione delle persone migranti l’ha resa anche un Paese da cui fuggire. 

I dati e le testimonianze raccolte durante il sopralluogo restituiscono la fotografia di una rotta in significativa crescita e di un Paese, la Macedonia del Nord, la cui posizione geopolitica permette di approfondire gli strumenti con cui l’Unione europea controlla il flussi migratori al di fuori dei propri confini territoriali. 

Le politiche di controllo dei confini, il ruolo delle principali organizzazioni internazionali e di Frontex, la presenza degli agenti di polizia di Paesi europei, i dispositivi di contenimento e detenzione, la strumentalità della destinazione dei fondi europei. Sono tutti fattori che compongono nel loro insieme il mosaico di una politica di controllo e criminalizzazione delle persone migranti strettamente collegata al processo di adesione della Macedonia del Nord all’Unione europea.

Il report, basato sul sopralluogo svolto dal 2 al 9 novembre 2021 e su successivi approfondimenti, è  accompagnato da un’appendice specifica relativa alla contestuale visita in Kosovo, un Paese che sta ancora faticosamente affrontando la propria tragica genesi. Meno condizionato da pressioni esterne, Il Kosovo si trova a dover fronteggiare le complessità relative alla propria natura di Paese di emigrazione verso l’Unione Europea.

I sopralluoghi sono strumenti essenziali di conoscenza e sviluppo del Progetto Medea e hanno l’obiettivo di approfondire e analizzare la rotta e le dinamiche migratorie nonché gli strumenti di gestione e controllo dei confini nell’area dei Balcani. Partire da una conoscenza sul campo e da un lavoro di monitoraggio periodico diventa fondamentale anche per proporre azioni di contenzioso strategico e di advocacy. Precedenti monitoraggi sono stati svolti nel cantone di Una Sana in Bosnia ed Erzegovina (ottobre-novembre 2019), a Sarajevo in Bosnia (gennaio 2020) e in Albania (giugno 2021).