Accoglienza nel vicentino: sistema nazionale sottostimato e riforme normative inadeguate. A rischio i diritti fondamentali

Nel vicentino, richiedenti asilo e minori stranieri non accompagnati sbarcati nel Sud Italia vengono lasciati nelle piazze davanti ai municipi o alle poste, senza che vi sia stato alcun tipo di coordinamento o misura di accoglienza. 

I recenti trasporti da parte del Ministero dell’Interno nei comuni vicentini di richiedenti asilo sprovvisti di alcuna misura di accoglienza sono la riprova dell’assetto illegale e caotico in cui il Ministero dell’interno ha lasciato il sistema di accoglienza. I richiedenti asilo si ritrovano catapultati in realtà territoriali impreparate, che  non hanno gli strumenti per garantire una sistemazione dignitosa, né tantomeno sembrano in grado in questo momento di offrire percorsi di integrazione.

L’intero sistema resta sottostimato a livello nazionale e locale circa i fabbisogni di accoglienza.

L’attuale grave situazione va altresì ricondotta alla mancata riforma della normativa in materia di accoglienza prevedendo il superamento dell’attuale sistema volontaristico e sperimentale che caratterizza il SAI nella direzione di un progressivo trasferimento delle competenze amministrative in materia di gestione dell’accoglienza agli enti locali in armonia con quanto previsto dall’ordinamento costituzionale. Solo una tale riforma, da tempo invocata, ma mai realizzata, è in grado di assicurare il corretto funzionamento di un sistema che coinvolga in modo ordinato tutti i comuni italiani e renda l’accoglienza stessa parte integrante e strutturale del sistema territoriale dei servizi socio assistenziali. 

La vera emergenza dunque non sono certo gli stranieri salvati da fughe in mare da realtà opprimenti in Libia o in Tunisia, bensì la costante imprevidenza da parte dello Stato nella stima dei fabbisogni di accoglienza.

Più che nell’agire delle singole realtà istituzionali locali, le cause ultime di questo evidente dissesto stanno nell’azione di governo e delle politiche tese allo smantellamento del precedente sistema di accoglienza, le cui conseguenze si riversano interamente, oltre che sulle vite delle persone migranti, sui territori in cui esse vengono inviate. Una simile condotta, quand’anche non sia una scelta consapevole e mirata, finisce col creare pressione a livello sociale, alimentando stereotipi e pregiudizi di una migrazione le cui cause sono ben lontane da una ricerca di mero benessere.

L’Asgi, anche attraverso la sua sezione territoriale del Veneto, ricorda a tutte le istituzioni statali, regionali e locali i doveri inderogabili di solidarietà e il diritto di asilo, previsti dagli articoli 2 e 10 della Costituzione e gli obblighi di fornire immediatamente concrete misure di accoglienza alloggiativa agli stranieri sprovvisti di mezzi i quali abbiano manifestato la loro volontà di presentare domanda di protezione internazionale, previsti dalla direttiva UE e dal d. lgs. n. 142/2015.

Perciò chiede anzitutto ai Prefetti e al Ministero dell’interno, che ne hanno la primaria competenza, e a tutte le altre amministrazioni regionali e locali di evitare ogni omissione di soccorso nei confronti delle persone in fuga dalle guerre e persecuzioni, e di riprodurre la medesima sinergia messa in atto per provvedere all’accoglienza delle migliaia di sfollati in fuga dalla guerra in corso in Ucraina.