Frontiera franco-italiana: violazioni del diritto di asilo

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Il Consiglio di Stato ha confermato ciò che le nostre associazioni denunciano da molti anni: il Ministero degli Interno viola il diritto di asilo al confine con l’Italia.

La nostra traduzione del comunicato congiunto delle associazioni Amnesty International France, Anafé, La Cimade, Médecins du Monde, Médecins sans frontières, Secours catholique – Caritas France:

Lo scorso maggio, una donna e suo figlio di 5 anni sono stati respinti in Italia malgrado avessero espresso il desiderio di chiedere asilo non appena arrivati ​​in Francia. Si tratta di una pratica sistematica al confine franco-italiano e totalmente accettata dal Ministero degli Interni.

Il caso è stato sottoposto al Consiglio di Stato che ha sancito l’illegittimità dell respingimento del nucleo familiare da parte della polizia di frontiera. La decisione è senza appello: “l’autorità amministrativa ha violato in modo grave e manifesto il diritto d’asilo, che costituisce una libertà fondamentale” rifiutando di registrare la domanda d’asilo e di esaminarla con le garanzie previste dalla legge nazionale (audizione dell’OFPRA, ricorso con effetto sospensivo anche in caso di applicazione del Regolamento Dublino).

Questa decisione conferma la situazione di illegalità che si registrano da molti anni lungo la frontiera italo-francese. In soli due giorni, lunedì 6 e martedì 7 luglio 2020, un monitoraggio sul campo a Mentone organizzato da associazioni francesi ha registrato il respingimento di 83 persone dalla Francia verso l’Italia.

La decisione del Consiglio di Stato appare rilevante anche perchè viene evidenziato come, secondo il diritto interno francese, “ogni rifiuto di ingresso in Francia è oggetto di una decisione scritta e motivata presa, salvo in caso di domanda di asilo (…) tale decisione è notificata all’interessato, menzionando il suo diritto di avvertire o di aver avvertito la persona alla quale ha indicato di recarsi, il suo consolato o l’avvocato/consulente di sua scelta”. La notifica del rifiuto di ingresso risulta essere determinate al fine di assicurare al cittadino straniero respinto il diritto ad un ricorso effettivo.

Auspichiamo che Darmanin, il nuovo ministro dell’Interno, trasmetta chiare istruzioni alla polizia di frontiera in modo che le persone che desiderano ottenere protezione internazionale in Francia possano farlo, anche al confine franco-italiano. Chiediamo inoltre che queste direttive siano rese pubbliche.

Promemoria del caso

Il 14 maggio 2020, una donna di nazionalità centrafricana accompagnata da un bambino di 5 anni con una sonda allo stomaco è stata arrestata alla stazione di Mentone. Dopo il fermo, la donna e il bambino sono stati portati direttamente alla polizia di frontiera.

Non appena è stata fermata, la donna ha comunicato ai funzionari di polizia di voler presentare domanda di asilo in Francia, informandoli sulle gravi condizioni di salute del figlio. Dopo essere stata detenuta per diverse ore all’interno dei container situati vicino al posto di confine, la sua richiesta di asilo non è stata registrata e le è stato negato l’ingresso. È stata quindi riportata al confine e la sua richiesta di asilo non è stata registrata.

Chiamato a pronunciarsi, a seguito di procedura d’urgenza, sull’illegittimità del rifiuto di ingresso, il tribunale amministrativo di Nizza ha respinto, martedì 19 maggio 2020, la richiesta della giovane donna di poter registrare la sua richiesta di asilo sul territorio francese. La donna ha quindi sottoposto la questione al Consiglio di Stato con il sostegno di alcune organizzazioni francesi attive sul confine franco-italiano (ANAFE, Amnesty International). 

Comunicato stampa inter-associativo del 20 maggio 2020

Comunicato stampa inter-associativo del 15 maggio 2020


Il testo originale


Foto di Ulrike Leone da Pixabay

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