Si è tenuta oggi 28 luglio 2020 alle 15:30 una conferenza stampa per presentare il ricorso che ASGI e il Cairo Institute for Human Rights Studies (CIHRS) contro Italia, Malta e Libia. La registrazione della conferenza stampa è disponibile sulla pagina di facebook di ASGI.
Era il 18 ottobre 2019 quando due uomini somali, insieme ad altre 50 persone, fuggono dalla Libia. Quando si trovano nella zona SAR maltese, molto vicini a Lampedusa, chiamano soccorso. Hanno iniziato ad imbarcare acqua e la loro vita è in pericolo. Alarm Phone ricevuta la segnalazione dell’evento SAR chiede l’intervento di Malta e dell’Italia, autorità competenti secondo il diritto internazionale. Entrambe le autorità non effettuano alcun salvataggio mentre aspettano per molte ore l’arrivo della cosiddetta Guardia Costiera libica, che intercetta la barca e riporta in Libia tutte le persone a bordo. La motovedetta utilizzata è il “Fezzan” fornito ai libici dal governo italiano.
In questo Paese i due uomini non trovano alcuna forma di protezione. Vengono più volte detenuti in diversi centri di detenzione. Alcuni di questi centri sono quelli finanziati dalle autorità italiane. Sono torturati e molte volte cercano di lasciare la Libia, dove rimangono bloccati per molto tempo.
Questa è la sintesi dei fatti che sono stati portati all’attenzione del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite per dichiarare la responsabilità dei tre Paesi coinvolti – Libia, Italia e Malta – per le violazioni subite dai ricorrenti.Questo episodio esemplifica una prassi di respingimenti illegali perpetrati in accordo con la Libia, un paese dove migranti, richiedenti asilo e rifugiati sono notoriamente perseguitati e dove c’è un sistematico ricorso alla detenzione arbitraria e la tortura. Grazie al lavoro di monitoraggio di Alarm Phone è stato possibile documentare il caso e portarlo all’attenzione del Comitato.
Il ricorso è un modo per portare davanti al Comitato una strategia chiara: l’esternalizzazione delle frontiere dell’Europa, in cui ogni paese coinvolto svolge un ruolo preciso e decisivo.
Alla conferenza stampa di presentazione del ricorso sono intervenuti Lorenzo Trucco, presidente di ASGI e uno dei legali rappresentati dei ricorrenti, e Karim Salem del Cairo Institute for Human Rights. Entrambi hanno sottolineato la necessità di agire in cooperazione dalle due sponde del Mediterraneo con l’obiettivo di far emergere le responsabilità dei paesi europei ed africani per le profonde violazioni dei diritti umani che scaturiscono delle politiche di esternalizzazione – delle quali l’asse Italia/Malta/Libia e le violazioni che ne scaturiscono, basate sulla complicità dei tre paesi – sono un esempio tanto calzante quanto tremendo.
Delle questioni legali affrontate del ricorso ci hanno parlato Mariagiulia Giuffré – professoressa di Law & Criminology presso la Edge Hill University (UK) e rappresentante legale dei ricorrenti – e Andrea Spagnolo, della Strategic Litigation: International Human Rights Legal Clinic dell’Università di Torino. La prof.ssa Giuffré ci ha descritto come è stata costruita la giurisdizione in relazione ai tre paesi – la Libia, l’Italia e Malta – per dichiarare la loro responsabilità con riferimento alle violazioni subite dai ricorrenti. Il prof. Spagnolo invece si è concentrato sulle violazioni che sono state portate all’attenzione del Comitato, sottolineando l’importanza dell’allegazione del diritto a lasciare qualunque paese come diritto dal quale scaturiscono altri diritti fondamentali. Come sottolineato da Cristina Laura Cecchini – socia ASGI e coordinatrice scientifica del progetto Sciabaca e Oruka – chiedere una decisione sulla violazione del “right to leave” quale conseguenza dell’illegittimo blocco dei migranti attuato dalle politiche di esternalizzazione conferisce al ricorso un carattere particolarmente innovativo e significativo. La libertà di circolazione è, infatti, l’unico modo di garantire che non si violi in maniera sistematica il diritto di asilo.
All’incontro ha anche partecipato Tarek Lamloum della Biladi Foundation for Human Rights (Sabrata, Libia), che ci ha dato una testimonianza del contesto libico e delle tremende condizioni nelle quali imperversano i migranti sia dentro che fuori i centri di detenzione – con un focus sul ruolo delle organizzazioni internazionale e dei finanziamenti italiani ed europei nel paese.
Infine sono intervenute tre organizzazioni fondamentali per il loro lavoro di monitoraggio e denuncia delle violazioni nel Mediterraneo – Alarm Phone, Mediterranea e Sea Watch. Britta Rabe di Alarm Phone ci ha raccontato con il suo intervento il ruolo delle autorità maltesi nel Mediterraneo e l’escalation a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi. Lucia Gennari, membro di ASGI e di Mediterranea Saving Human, ci ha raccontato come la presenza italiana nel Mediterraneo contribuisca a determinare l’esistente situazione di violazioni. Infine è intervenuta Bérénice Gaudin di Sea watch che ha dato conto di come il coordinamento europeo attraverso la sorveglianza aerea del Mediterraneo sia fondamentale per permettere l’intervento libico libico.
Alla conferenza stampa hanno partecipato giornalisti di testate nazionali ed internazionali, rappresentanti di organizzazioni e giuristi italiani, europei e africani che nel corso dell’evento si sono confrontati con i relatori.
La registrazione della diretta è disponibile sul canale facebook di ASGI.
La rassegna stampa
Intervista a Lorenzo Trucco, da Riforma, 31 luglio 2020