Basato sulle testimonianze di 522 cittadini di origine straniera, lo studio condotto nell’ambito del Progetto LAW, rivela che il settore percepito come maggiormente discriminatorio è la ricerca dell’abitazione. Dalla scelta del proprietario di non affittare a persone straniere, alla richiesta di garanzie aggiuntive, è il 40% degli intervistati ad aver subito discriminazioni in quest’ambito.
Seguono le discriminazioni che avvengono nell’ambito lavorativo (33%): 4 intervistati su 10 hanno dichiarato di non aver potuto accedere ad un concorso pubblico perché veniva richiesta la cittadinanza italiana, mentre 3 su 10 non sono stati assunti perché l’azienda ha fatto intendere che non assume stranieri. È comune anche l’inferiorizzazione della persona straniera:
Mi vedono solo come un operaio è il commento di un intervistato che con un’unica frase riassume uno dei risultati della ricerca: la società ricevente opera nei confronti delle persone straniere un generale svilimento, riducendoli a “braccia utili all’economia”, tollerati perché (e sinché) funzionali al tessuto produttivo del paese, rimarcando una precisa stratificazione sociale che vede un “loro” e un “noi” in un rapporto immutato di dominanza.
Deborah Erminio, ricercatrice di CS Medì
La percezione di essere socialmente svalutati emerge anche in altri ambiti: 7 persone su 10 si sentono trattate con scortesia e “come se pensassero che non sia intelligente”. Le discriminazioni più frequenti avvengono anche nel rapporto con gli uffici pubblici (33%), sui mezzi di trasporto pubblici (31%), in ambito sanitario (30%) e nel rapporto con i servizi privati (26%) e con le forze di polizia (25%).
Dallo studio, condotto da Deborah Erminio, emerge anche che il livello di discriminazione non dipende da quanto tempo una persona straniera vive in Italia né dal livello di integrazione della persona, ma dallo sguardo di chi discrimina.
I risultati della ricerca sono anche stati presentati il 21 febbraio durante il Seminario Quando discriminano le istituzioni, di seguito il video:
Cos’è LAW?
LAW (Leverage the access to welfare) da febbraio 2022 contribuisce a garantire ai migranti parità di accesso al benessere sociale sul territorio nazionale, attraverso un approccio giuridico e socio-economico.
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