Pubblicati i dati dell’Osservatorio INPS su ADI e SFL: le nuove misure discriminano le persone straniere

Lo scorso luglio l’Osservatorio INPS sull’Assegno di Inclusione (ADI) e il Supporto alla Formazione e al Lavoro (SFL) ha pubblicato i primi dati relativi all’implementazione delle due misure.

Il rapporto dell’Osservatorio conferma quanto già ampiamente prospettato: il numero dei beneficiari delle due prestazioni a maggio 2024 – 1.501.431 per l’ADI e 56.796 per il SFL – si è quasi dimezzato rispetto a quello di chi percepiva il reddito o la pensione di cittadinanza nel luglio 2023, che prima che la misura venisse smantellata arrivava a più di 2 milioni. Questo a fronte di stime Istat che rilevano una povertà assoluta che nel 2023 continua ad interessare 5 milioni 752mila persone in Italia.

Le statistiche pubblicate dall’INPS confermano anche che le due prestazioni non si occupano equamente di tutte le famiglie povere, ma escludono maggiormente quelle straniere, con effetti discriminatori: sebbene l’incidenza della povertà assoluta per le famiglie composte esclusivamente da persone straniere sia quasi sei volte superiore a quella dei nuclei familiari di soli italiani, soltanto il 9,5% dei nuclei beneficiari dell’ADI e il 6,9% delle persone che a maggio 2024 hanno ricevuto il SFL erano stranieri (cittadinanza UE o non-UE).

Come più volte rilevato dall’ASGI, questa sproporzione numerica è dovuta soprattutto ai requisiti di accesso discriminatori delle due misure, che richiedono una residenza pregressa di 5 anni in Italia, di cui due anni continuativi, e di essere cittadini italiani, UE o in possesso di un titolo di soggiorno di lungo periodo o per protezione internazionale.

Inoltre, nel rapporto annuale pubblicato nel 2023, Banca d’Italia stimava che “Per le famiglie di stranieri, l’estensione della platea derivante dall’allentamento del requisito di residenza in Italia [ridotto a 5 anni rispetto ai 10 del RdC] è più che controbilanciata dall’irrigidimento delle altre regole di accesso all’AdI, poiché questi nuclei soddisfano con più difficoltà i nuovi requisiti anagrafici e più spesso vivono in affitto”. Con l’ADI viene infatti abbassata la soglia reddituale massima di accesso per i nuclei familiari in affitto: mentre il RdC differenziava tra quelli con abitazione di proprietà, per cui la soglia era 6.000 euro, e quelli in affitto, per cui era 9.360, l’ADI fissa la soglia a 6.000 euro per tutti i nuclei, di fatto svantaggiando i nuclei stranieri.

I dati pubblicati dall’Osservatorio evidenziano anche un altro aspetto interessante: tra il milione e mezzo di persone che hanno beneficiato dell’assegno di inclusione a maggio, soltanto 7.620 appartengono a nuclei con membri “in condizioni di svantaggio e inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione“. Questa categoria era stata inserita all’art. 2 comma 1 del DL 48/2024 in sede di conversione in legge, con l’obiettivo di ampliare la possibile platea di beneficiari a situazioni di vulnerabilità non incluse nei criteri molto restrittivi del decreto. Con il D.M. del 13.12.2023, il Ministero del Lavoro ha fornito un elenco esaustivo dei possibili beneficiari rientranti nella categoria, delimitandola in maniera talmente circoscritta da renderla praticamente inapplicabile, così come ora dimostrato anche dalle statistiche dell’INPS.

ASGI ritiene che rispetto ai requisiti discriminatori delle nuove prestazioni possano essere promosse azioni giudiziarie. In particolare, riteniamo che sia contestabile:

  • Il requisito di 5 anni di residenza in Italia per l’accesso all’ADI
  • Il requisito di 5 anni di residenza per il Supporto per la Formazione e il Lavoro
  • Il requisito del permesso di soggiorno di lungo periodo per il Supporto per la Formazione e il Lavoro

Le persone straniere che si trovano in queste condizioni (e hanno tutti gli altri requisiti, escluso quelli sopra indicati) possono contattare il servizio antidiscriminazione dell’ASGI per valutare la possibilità di azione legale.

Immagine in evidenza da “Report ADI SFL Luglio 2024“, INPS