Accolto l’ulteriore ricorso di due cittadini afghani: il Ministero non può né porre condizioni ulteriori né eludere l’ordine al rilascio dei visti perché il Tribunale ha già valutato urgenti e indifferibili le ragioni di un ingresso per motivi umanitari in Italia.
ASGI: decisione storica che attua in concreto quegli obblighi costituzionali e internazionali ai quali l’Italia è tenuta ma che spesso dimentica.
Il 21 dicembre 2021 il Tribunale di Roma ha accolto il ricorso presentato da due giovani afghani a rischio nel loro Paese, ordinando all’Italia di rilasciare visti umanitari ai sensi dell’art. 25 Codice Visti Schengen n. 810/2009). Diritto riconosciuto dopo avere accertata la loro concreta esposizione al rischio in caso di permanenza in Afghanistan.
Ordine al quale, come ASGI ha denunciato nel comunicato del 3 gennaio scorso, il Ministero ha subito opposto ostacoli, proponendo loro di entrare a far parte dei corridoi umanitari (fingendo di non sapere che devono ancora essere attivati ….) oppure di dimostrare con idonea documentazione il percorso di accoglienza e integrazione in Italia adeguatamente finanziato.
I giovani afghani si sono rivolti nuovamente al Tribunale di Roma chiedendo di indicare le esatte modalità di esecuzione dell’ordinanza di dicembre.
In data 14 gennaio 2022 il Tribunale ha ritenuto il comportamento del Ministero elusivo dell’ordine giudiziale, che è già preciso e incondizionato, ordinando il rilascio dei visti umanitari entro 10 giorni.
Il Tribunale ha ritenuto le richieste del Ministero degli Esteri estranee al diritto al rilascio dei visti umanitari.
Tale rilascio, infatti è stato ordinato dalla Giudice in base alla sola presenza di ragioni umanitarie o di obblighi internazionali e non può essere vincolato ad altre condizioni. Con tale decisione viene di fatto respinto il tentativo del Ministero di imporre una privatizzazione dell’accoglienza di chi fa ingresso in Italia con visti per motivi umanitari accollandola interamente sui privati, nonostante tale accoglienza sia un obbligo per lo Stato in forza di precise disposizioni europee, che la finanziano .
Mentre questa vicenda si sta per concludere positivamente, ASGI richiama l’attenzione per tutte le altre persone afghane che hanno bisogno di altrettanta protezione o che hanno legami con familiari qui presenti e che, bloccate in Afghanistan da agosto 2021, non riescono a trovare percorsi regolari di uscita dal Paese.
ASGI ha chiesto in più occasioni al Ministero di dare precise indicazioni delle procedure legali da seguire per ottenere regolari visti umanitari di ingresso in maniera autonoma, ma fino a oggi nulla è stato fatto e l’arrivo di persone bisognose di protezione, a vario titolo, è affidato alla discrezionalità del Ministero.
Ciò che è inaccettabile, perché le procedure devono essere chiare, trasparenti, pubbliche e non discriminatorie.