Ci uniamo all’appello di ECRE affinché gli Stati membri e il Parlamento europeo rifiutino l’uso di scappatoie legali che consentirebbero agli Stati membri di derogare ai loro obblighi.
Le ONG invitano gli Stati membri e il Parlamento europeo a:
Non scendere più in basso: rifiutare l’uso di scappatoie legali nelle riforme della legge sull’asilo dell’UE
Gli Stati membri e il Parlamento europeo, co-legislatori dell’UE, stanno portando avanti una riforma del diritto d’asilo europeo attraverso il Patto sulla migrazione e sull’asilo che riduce gli standard di protezione e mina i diritti umani dei richiedenti asilo in Europa. Ma non solo.
Alcuni Stati membri dell’UE stanno cercando di rilanciare una proposta aggiuntiva sulla “strumentalizzazione” presentata nel 2021, che consentirebbe loro di derogare ai propri obblighi nei casi di presunta “strumentalizzazione delle persone migranti”, minando così l’armonizzazione e il sistema comune dell’asilo. Per maggiori dettagli, si vedano questa analisi e questa dichiarazione.
Gli sforzi compiuti nel 2022 per raggiungere un accordo tra gli Stati membri in merito al Regolamento sulla strumentalizzazione sono naufragati quando alcuni di loro hanno visto i rischi insiti nella proposta. Ora il Consiglio sta cercando di fondere il suo contenuto in un’altra proposta relativa al Regolamento sulle situazioni di crisi e di forza maggiore, creando così un Regolamento sulle situazioni di crisi, forza maggiore e strumentalizzazione (qui di seguito “il Regolamento unificato”). Con questo espediente, gli Stati membri creerebbero per sé tre regimi derogatori relativi a: “crisi”, “forza maggiore” e “strumentalizzazione”, casi che sono definiti solo vagamente o non lo sono affatto. Sono attualmente in discussione deroghe aggiuntive e di ampia portata. Ciò avviene in un momento in cui la sfida principale del Sistema comune europeo di asilo è la mancanza di rispetto degli obblighi giuridici, in un contesto di crisi dello Stato di diritto nell’UE.
All’interno del Parlamento c’è una forte opposizione alla codifica del concetto di “strumentalizzazione” nel diritto dell’UE, e gli emendamenti proposti dal Parlamento riguardo al Regolamento sulle situazioni di crisi respingono l’uso (improprio) della “forza maggiore”. Tuttavia gli Stati membri puntano sul desiderio del Parlamento di riuscire ad ottenere un risultato sul Regolamento sulle situazioni di crisi, sperando così che accetti il Regolamento unificato.
Se adottata, la proposta avrebbe un significativo effetto negativo sui diritti fondamentali delle persone che cercano protezione in Europa, in quanto comporterebbe:
- un accesso ridotto all’asilo a causa dei ritardi nella registrazione, dell’accesso limitato ai consulenti legali e di un aumento del rischio di respingimenti;
- un maggior numero di persone che vedono la propria domanda di asilo gestita in procedure di frontiera di secondo livello piuttosto che nella procedura di asilo ordinaria;
- l’aumento della detenzione di persone alla frontiera, compresi i bambini non accompagnati e le famiglie, a causa dell’ampliamento delle tempistiche e delle categorie di persone che possono essere trattenute nelle procedure di asilo e di rimpatrio alla frontiera;
- condizioni di accoglienza al di sotto degli standard, nonché disposizioni in materia di assistenza materiale e sanitaria che saranno insufficienti a raggiungere la soglia della dignità umana, in particolare per le persone vulnerabili, tra cui i bambini o i sopravvissuti alla tortura o al traffico di esseri umani.
In quanto tale, il Regolamento unificato:
- è sproporzionato in termini di impatto negativo sui diritti fondamentali delle persone interessate;
- può creare situazioni di discriminazione nei confronti di alcuni gruppi di rifugiati, in violazione dell’articolo 3 della Convenzione sui rifugiati del 1951 e degli articoli 2 e 22 della Convenzione sui diritti del fanciullo;
- è ingiusto nei confronti degli Stati membri che rispettano gli standard e porterà a una maggiore responsabilità per questi Stati, poiché la mancanza di rispetto per gli standard del diritto comunitario e internazionale creerà un fattore di attrazione verso gli Stati che offrono migliori condizioni;
- non affronta in alcun modo la situazione di “strumentalizzazione” da parte di Paesi terzi, ma prende di mira invece le persone in cerca di protezione, esse stesse vittime di tali azioni;
- porterà all’erosione del Sistema comune europeo di asilo, che già soffre di una diffusa inadempienza che rimane in gran parte impunita.L’attuale quadro giuridico prevede già una certa flessibilità per gli Stati membri nell’affrontare eventi mutevoli alle loro frontiere, consentendo anche deroghe, sebbene strettamente e giustamente circoscritte dai trattati e dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE (CGUE).
Le organizzazioni firmatarie respingono il tentativo di introdurre meccanismi che consentano agli Stati membri di derogare ai loro obblighi in diverse situazioni e chiedono quanto segue:
Posizione degli Stati membri sul regolamento unificato
- Gli Stati membri dovrebbero respingere la fusione di crisi, forza maggiore e strumentalizzazione;
- il regolamento sulla strumentalizzazione, il suo contenuto e il concetto stesso dovrebbero essere definitivamente eliminati dai negoziati di riforma;
- gli Stati membri dovrebbero respingere l’uso improprio del concetto di “forza maggiore” come base per le deroghe nel diritto d’asilo dell’UE;
- nel definire la propria posizione sul regolamento sulle situazioni di crisi, il Consiglio dovrebbe adottare misure volte a sostenere gli Stati membri nell’adempimento dei loro obblighi di protezione in una situazione di crisi, come l’abolizione dei criteri del primo Paese d’ingresso, il sostegno alla protezione immediata, un meccanismo di riconoscimento prima facie e misure di preparazione a situazioni di crisi e di solidarietà.
Posizione del Parlamento europeo sul regolamento unificato
- Il Parlamento europeo, nel perseguire un accordo sul regolamento sulla crisi, non dovrebbe accettare l’integrazione di contenuti del regolamento sulla strumentalizzazione e dovrebbe respingere la nozione di “forza maggiore”;
L’uso di deroghe:
- Come avviene attualmente nel diritto dell’UE, e prescritto dalla CGUE, qualsiasi uso di deroghe dovrebbe essere strettamente limitato e dovrebbe operare entro i confini del diritto primario dell’UE;
- Nel regolamento sulle situazioni di crisi, o in qualsiasi altra proposta di riforma, dovrebbero essere eliminate le deroghe che minano i diritti fondamentali. Ciò include le deroghe che portano a un uso più esteso della procedura di frontiera.
Il regime di autorizzazione:
- L’uso di un regime derogatorio, che sia nel regolamento sulla crisi o in altri strumenti, deve avere una solida procedura di autorizzazione, piuttosto che essere qualcosa che gli Stati membri possono invocare a piacimento;
- Come minimo, la procedura di autorizzazione dovrebbe:
- includere definizioni chiare e giuridicamente verificabili;
- stabilire le prove che lo Stato membro che chiede la deroga deve fornire;
- aggiungere un margine di discrezionalità che consenta alla Commissione di esaminare le richieste degli Stati membri e di decidere se portarle avanti;
- richiedere una decisione di attuazione del Consiglio ed eliminare la possibilità che lo Stato membro possa attuare deroghe prima dell’adozione di una decisione;
- includere una valutazione dell’impatto delle deroghe proposte sugli altri Stati membri dell’UE e sulla gestione armonizzata dell’asilo;
- subordinare l’adozione di una decisione di esecuzione del Consiglio all’invio di agenzie dell’UE nello Stato membro interessato;
- coinvolgere il Consiglio e il Parlamento europeo nel monitoraggio della situazione.
La dichiarazione è disponibile anche in inglese, francese, spagnolo, catalano e tedesco.
Firmatari:
Accem
Action for Women
ActionAid International
Alianza-ActionAid Spain
AMERA International
Amnesty International
ASGI Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione
Association for Legal Intervention (SIP)
AsyLex
AWO Bundesverband e.V.
Better Days Greece
Boat Refugee Foundation
Caritas Europa
Center for Research and Social Development IDEAS
Churches´Commission for Migrants in Europe CCME
COFACE Families Europe
Comissió Catalana d’Acció pel Refugi (CCAR)
Conselho Português para os Refugiados (Portuguese Refugee Council)
Consiglio Italiano per i Rifugiati
CONVIVE – Fundación Cepaim
Danish Refugee Council (DRC)
Diotima Centre for Gender Rights and Equality
Dutch Council for Refugees
ECRE
Entreculturas
Equal Legal Aid
Estonian Refugee Council
EuroMed Rights
FARR, the Swedish Network of Refugee Support Groups
Federación Andalucía Acoge
Federation Italian Christian organisations for international civil service FOCSIV
Fenix Humanitarian Legal Aid
Forum réfugiés
Greek Council for Refugees (GCR)
HIAS Europe
Human Rights Legal Project
Human Rights Watch
HumanRights360
I Have Rights
Ιrida Women’s Center
Ivorian Community of Greece
Jesuit Refugee Service Greece (JRS Greece)
Jesuit Refugee Service Malta
JRS Europe
JRS-Luxembourg, asbl
Justícia i Pau Barcelona
Kids in Need of Defense (KIND)
La Cimade
LDH (Ligue des droits de l’Homme)
Legal Centre Lesvos
Lighthouse Relief
METAdrasi
Migration Policy Group
Mobile Info Team
Mosaico azioni per i rifugiati
Network for Children’s Rights – Greece
Novact
Oxfam
PIC – Legal Center for the Protection of Human Rights and the Environment
Platform for International Cooperation on Undocumented Migrants – PICUM
Plattform Asyl – FÜR MENSCHEN RECHTE
PRO ASYL
Quaker Council for European Affairs
Red Acoge
Refugee Legal Support (RLS)
Refugee Support Aegean (RSA)
Refugees International
Safe Passage International Greece
Save the Children
SOLIDAR
SolidarityNow
Spanish Council for Refugees (CEAR)
Swiss Refugee Council
Symbiosis – Council of Europe School of Political Studies in Greece
terre des hommes Germany
The Border Violence Monitoring Network
The Syrian Center for Media and Freedom of Expression
Vluchtelingenwerk Vlaanderen