Asilo, gli ostacoli per chi chiede rifugio. Lo studio pilota dell’ASGI in 55 questure italiane

Agli operatori e operatrici del diritto che si interfacciano tutti i giorni con le questure e l’amministrazione pubblica italiana è noto che spesso vengono poste in essere prassi che non rispettano il dettato normativo vigente. Vengono così ostacolati l’accesso a diritti fondamentali, quali la protezione internazionale, l’accesso a misure di accoglienza o il rilascio di permessi di soggiorno. L’utenza straniera, senza poter far riferimento a mediatori linguistici e senza adeguata informativa legale, è particolarmente esposta a tali violazioni.

A fronte della capillare diffusione di tale prassi riscontrata ampiamente dai soci e socie ASGI, si è voluto sviluppare uno studio pilota per una rilevazione sistematica del fenomeno in scala nazionale. Il nostro obiettivo non è soltanto analizzare ed esporre ciò che accade nelle singole questure, ma raccogliere dati utili a porre in essere azioni di contrasto alle prassi illegittime.

Metodologia

108 operatori e avvocati soci ASGI hanno risposto al questionario relativo, in questa fase di sperimentazione, ad alcune procedure di competenza degli uffici immigrazione delle questure. In particolare le domande aperte e a scelta multipla vertevano su (1) la protezione internazionale, (2) l’accesso a misure di accoglienza, (3) i tempi di rilascio dei permessi di soggiorno sia in fase di prima emissione che di rinnovo.

È importante rilevare che in quanto studio pilota sperimentale, i dati raccolti presentano dei limiti: in alcune province il numero di testimonianze ricevuto è modesto e le risposte fanno riferimento a prassi illegittime attuate in un periodo limitato (dal 2 maggio al 26 giugno 2023) che non tiene quindi conto delle frequenti modifiche delle prassi delle varie questure.

Tuttavia riteniamo che i dati raccolti restituiscano una fotografia della sistematicità con cui le persone straniere affrontano gli ostacoli posti all’accesso alla richiesta di asilo e al soggiorno regolare in Italia.

Mappatura delle prassi illegittime delle questure italiane
Lo studio pilota di ASGI
Aprile 2024

Alcune violazioni riscontrate

  • In moltissime province d’Italia i richiedenti asilo non riescono ad accedere alla propria questura di riferimento per presentare domanda di protezione internazionale (60% delle risposte ricevute); anche dopo che il primo accesso è avvenuto, in numerosi territori ai cittadini stranieri viene impedito di formalizzare la relativa domanda (21% delle risposte ricevute).
  • Nella maggior parte delle questure considerate, i richiedenti asilo non riescono a presentare domanda di protezione internazionale in quanto viene richiesta loro l’esibizione di una dichiarazione di ospitalità (almeno in 40 province) ovvero del passaporto (almeno 3 province). Si tratta di richieste arbitrarie prive di fondamento normativo.
  • Nella maggior parte dei casi, il cittadino straniero può prendere un appuntamento da solo (22% delle risposte) mentre negli altri casi l’accesso alla questura è garantito solo grazie ad un appuntamento rilasciato attraverso l’intervento di un avvocato (16% delle risposte) o di un'associazione/sindacato (21% delle risposte). Di conseguenza, i richiedenti asilo sono costretti a mettersi in fila davanti ai cancelli della questura fin dalla mattina presto, se non a partire dalla sera prima.
  • In alcune Questure d’Italia (Roma, Perugia, Savona, Torino, Sassari, Lucca) è stato rilevato che vengono ricevute solamente 5-15 domande al giorno: chi non rientra tra i primi della fila o che comunque proviene da determinati Paesi ritenuti “sicuri” viene rinviato ai giorni successivi senza un appuntamento. La legge prevede invece un tempestivo accoglimento della manifestazione della volontà di richiedere asilo. Sulla Pubblica Amministrazione grava l’obbligo di predisporre un'organizzazione adeguata che consenta di rispettare i termini di legge garantendo l’accesso alla procedura e alla formalizzazione della domanda come ribadito da diversi Tribunali.
  • Una volta presentata la richiesta le persone devono aspettare: possono passare mesi tra la presentazione della domanda di asilo e la formalizzazione, malgrado la legge preveda espressamente che la domanda di protezione internazionale debba essere formalizzata entro il termine di tre giorni lavorativi o, in caso di arrivi eccezionali, entro dieci giorni. Dal monitoraggio è infatti emerso che se in 24 questure dalla presentazione della domanda di asilo alla formalizzazione intercorre un periodo inferiore a 6 mesi, in 18 questure tale termine saliva a più di 6 mesi e addirittura in 3 questure più di un anno. 
  • In 23 province d’Italia ai richiedenti asilo non è stato possibile accedere all’accoglienza durante l’intero procedimento e ciò spesso sulla base di una presunta “indisponibilità di posti nel circuito di accoglienza”. Tuttavia, la legge prevede per la pubblica amministrazione l’obbligo di individuare soluzioni immediate per garantire la necessaria assistenza a chi abbia chiesto protezione internazionale e non abbia sufficienti mezzi di sussistenza.   

  • Relativamente ai tempi di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno diversi da quelli per richiesta asilo, la ricerca ha evidenziato che in numerose questure questi sono superiori ai tre mesi (13 province), ai sei mesi (21 province) e all’anno (13 province).

Su questo tema:

Le prassi illegittime ledono i diritti delle persone straniere che si rivolgono alla Pubblica amministrazione. ASGI ha agito a tutela in diverse città laddove vi erano situazioni di ritardi o mancato accesso ai diritti in Questura o Prefettura : ecco una parte delle azioni.

La sistematicità dei ritardi e delle prassi illegittime nell'accesso all'asilo è oggetto del recente report Attendere, prego - Report sugli ostacoli sul riconoscimento della protezione internazionale in Italia, pubblicato lo scorso 4 aprile, e frutto della collaborazione tra ASGI e diverse realtà della società civile che hanno contribuito alla raccolta di dati e alla stesura, al monitoraggio delle violazioni dei diritti dei richiedenti protezione internazionale e all’elaborazione di proposte di soluzioni per superare le criticità riscontrate. Qui la notizia.

Tra queste segnaliamo l'appello rivolto al Ministero dell’interno e alla Questura di Roma per chiedere di registrare tutte le domande di protezione internazionale senza ulteriore ritardo, come previsto dal mandato attribuito loro dalla legge. 

Per chi volesse promuovere azioni giudiziali e stragiudiziali, ASGI ha raccolto giurisprudenza, i materiali e i video delle formazioni sul tema del contrasto alle prassi illegittime di questure e prefetture nei confronti della popolazione straniera, in particolare riguardanti l’accesso alla protezione internazionale e ai diritti che ne derivano (come l’accoglienza).