Il numero di arrivi di migranti non autorizzati in Europa è stato il presupposto indiscusso per avviare un ribaltamento delle politiche normative UE, stravolgendo l’attuale assetto giuridico del diritto di asilo e mirando anzitutto a promuovere una politica di difesa delle frontiere. ASGI ha elaborato una sintesi per capire dove sta andando l’Unione europea.
Il documento elaborato dall’ASGI vuole essere una sintesi dell’intero pacchetto di proposte di riforma del diritto d’asilo della Commissione UE. Scopo dello stesso è fornire un quadro sufficientemente chiaro delle linee di riforma proposte dalla Commissione, in modo da consentire al lettore di comprenderne gli indirizzi normativi e, quindi, politici. Il documento, per questo, analizza solo la proposta della Commissione, evidenziandone gli aspetti principali.
Premessa
La Commissione Europea, a partire dall’Agenda europea sulla migrazione del 13 maggio 2015, ha progressivamente modificato i presupposti delle proprie politiche normative sul diritto di asilo, attribuendo gradualmente maggiore importanza alla c.d “crisi dei migranti e dei rifugiati”.
Si è dato per certo e incontestato che il numero degli arrivi non autorizzati in Europa – tramite la frontiera greca e italiana del 2014 e del 2015 (oltre un milione e cinquecentomila2) – costituisse un numero inaccettabile, non gestibile dagli Stati membri e quindi tale da creare uno stato di crisi, da cui è scaturita l’assoluta priorità di “arginare i flussi e difendere le frontiere”.
L’insostenibilità di un numero così elevato di cittadini stranieri non è oggetto di valutazioni, quanto piuttosto appare un assioma, accettato da tutti, anche per il 2016, nuovo anno di crisi, nonostante l’arrivo non autorizzato dalle frontiere greche e italiane sia diminuito di circa tre quarti (passando a cinquecentomila circa), anche per effetto dell’accordo stipulato tra i rappresentanti del Consiglio d’Europa e la Turchia.
Queste nuove politiche normative vengono perseguite, principalmente, tramite due percorsi paralleli, perfettamente compatibili, verso un unico obiettivo, dettato dal presunto stato di crisi.
Da una parte, l’UE ha strutturato un piano capillare di accordi e di intese con i paesi terzi di origine o di transito dei cittadini stranieri che giungono in Europa, ai quali l’Unione europea chiede di bloccare i flussi di persone dirette verso il continente europeo in cambio di fondi (nuovi o già esistenti) e di forniture o competenze militari.
Allo stesso tempo, la Commissione e il Consiglio europeo hanno messo in campo un’ipotesi di riforma strutturale del sistema europeo comune di asilo (CEAS), che si vuole qui brevemente sintetizzare.
Con la Comunicazione della Commissione “Riformare il sistema europeo comune di asilo e potenziare le vie legali di accesso all’Europa” del 6 aprile 2016 vengono, infatti, annunciate le prime modifiche strutturali, poi presentate il 5 maggio 2016 dalla stessa Commissione che dichiara di volere:
– riformare il sistema Dublino;
– rafforzare il sistema Eurodac;
– istituire l’Agenzia europea per l’Asilo che sostituisca l’attuale EASO.
Il successivo 13 luglio 2016 la Commissione ha presentato un ulteriore pacchetto di riforme contenente in particolare:
– una proposta che mira a sostituire l’attuale Direttiva procedure con un Regolamento, tendente ad armonizzare i diversi regimi procedurali degli Stati membri e a creare una vera e propria procedura comune;
– una proposta che mira a sostituire l’attuale Direttiva qualifiche con un Regolamento, che fissi norme uniformi per il riconoscimento delle persone bisognose di protezione e i diritti concessi ai beneficiari di protezione internazionale;
– una proposta di revisione della Direttiva accoglienza;
– una proposta di quadro strutturato dell’Unione in materia di reinsediamento.
In tale contesto di riforma e revisione dell’intera normativa europea in materia di protezione internazionale e gestione dei flussi migratori è necessario inserire, infine, l’approvazione del Regolamento n. 1624 del 14 settembre 2016 che istituisce una Guardia costiera e di frontiera europea, sostituendo la precedente Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea, comunemente detta Frontex (Reg. n.2007/2004/CE e succ. mod.)1.
Tale insieme di proposte, se approvato, cambierà in modo radicale il diritto d’asilo europeo, mirando a chiari ed esplicitati obiettivi:
- Lotta ai movimenti secondari
- Esternalizzazione delle frontiere e del diritto di asilo
- Differenziazione e gerarchizzazione delle domande di asilo
- Compressione del diritto alla difesa
- Riduzione del diritto alla protezione internazionale
- Precarizzazione del riconoscimento della protezione
- Condizionalità del diritto all’accoglienza
- Ulteriori profili innovativi
Il documento completo ->I nuovi orientamenti politico-normativi dell’Unione europea . La prospettiva di nuove e radicali chiusure al diritto di asilo