Le Associazioni che avevano ricorso in Tribunale contro la consegna:”Una vittoria che deve rappresentare una svolta nella cooperazione sulla politica migratoria! “
Nell’ambito del ricorso presentato dalle nostre associazioni davanti alla Corte amministrativa d’appello di Parigi, la ministra delle forze armate della Francia ha annunciato la rinuncia alla consegna di sei imbarcazioni a beneficio della guardia costiera libica.
Accogliamo con favore l’abbandono di questa iniziativa, che avrebbe reso la Francia complice ufficiale dei crimini commessi su migranti e rifugiati in Libia.
Nell’aprile 2019 abbiamo avviato un’azione legale per impedire la consegna di sei imbarcazioni alla guardia costiera libica che era stata annunciata dal Ministro delle forze armate Florence Parly nel febbraio 2019.
In generale, è da diversi anni che denunciamo le conseguenze che la cooperazione dei paesi dell’Unione Europea con la Libia comporta per i migranti e i rifugiati, intrappolati in un vero e proprio inferno.
Sono state proprio queste pressioni legali e pubbliche che hanno fatto cedere il governo francese: esso infatti non darà seguito alla promessa di cooperazione che avrebbe fornito alla guardia costiera i mezzi logistici per riportare i migranti in quel paese dove vengono sottoposti ai peggiori abusi.
Questa rinuncia è soprattutto una vittoria per gli uomini, le donne ed i bambini che queste imbarcazioni avrebbero riportato in un paese dove avrebbero corso il rischio di essere nuovamente detenuti, torturati, violentati.
Ora, dopo l’abbandono di questo progetto, dobbiamo esigere che la Francia imponga condizioni rigorose a tutta la cooperazione bilaterale ed europea con la Libia, in modo che i diritti e la sicurezza dei cittadini migranti e dei rifugiati siano garantiti e rispettati.
Fino a quando i migranti e i rifugiati saranno detenuti in Libia, in particolare in condizioni disumane, la Francia e altri paesi europei dovranno rinunciare a tutte le forme di collaborazione che avranno la conseguenza di mantenerli o riportarli in Libia.
Le organizzazioni firmatarie :
Amnesty International France
Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione)
La Cimade
Gisti
Ligue des droits de l’Homme
Médecins Sans Frontières France
Migreurop
Versione francese
La France renonce à la livraison de bateaux à la Libye : une victoire qui doit marquer un tournant dans la coopération sur la politique migratoire !
Dans le cadre du recours introduit par nos associations devant la cour administrative d’appel de Paris, la ministre des Armées, Florence Parly, vient d’annoncer qu’elle renonçait à la livraison de six bateaux au profit des garde-côtes libyens, livraison que nous contestions. Nous nous félicitons de l’abandon de cette initiative qui aurait fait de la France la complice officielle des crimes commis sur les personnes migrantes et réfugiées en Libye.
Nous avions, en avril dernier, engagé une action en justice afin d’empêcher la livraison, annoncée en février 2019 par la ministre des Armées, de six bateaux au profit des garde-côtes libyens. Nous dénonçons, depuis plusieurs années, les conséquences de la coopération entre les pays de l’Union européenne et la Libye pour les personnes migrantes et réfugiées piégées dans un véritable enfer.
Ces pressions juridiques et publiques ont fait céder le Gouvernement : il ne donnera pas suite à cette promesse de coopération qui aurait octroyé aux garde-côtes les moyens logistiques de ramener les migrants dans ce pays où ils sont soumis aux pires sévices. Ce renoncement est avant tout une victoire pour des hommes, femmes et enfants que ces bateaux auraient reconduits vers un pays où ils couraient le risque d’être à nouveau détenus, torturés, violés.
Après l’abandon de ce projet, nous devons exiger de la France qu’elle pose des conditions strictes à toute coopération bilatérale et européenne avec la Libye afin que les droits et la sécurité des personnes migrantes et réfugiées soient garantis et respectés. Tant que ces dernières seront retenues en Libye dans des conditions inhumaines, la France et les autres pays européens devront renoncer à toute forme de collaboration ayant pour conséquence de les maintenir ou de les refouler en Libye.