Consegna di navi alla Libia dalla Francia, il giudice sfugge

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L’impunità verso gli “atti di governo”, fino a quando?

Nel febbraio 2019 è stato annunciato l’acquisto da parte della Francia di cinque imbarcazioni rapide a favore della Marina libica, allo scopo di far fronte al “problema dell’immigrazione clandestina”.
Otto associazioni (Amnesty International, Médecins sans Frontières France, le GISTI, ASGI, Migreurop, la Cimade, Avocats sans Frontières France, la Ligue des droits de l’homme ) avevano presentato ricorso al giudice amministrativo e al tribunale della corte di appello per sospendere la consegna delle navi.


I giudici francesi si sono tuttavia dichiarati incompetenti rispetto alla decisione del Governo, rientrando queste ultime tra gli “atti di governo” che non risultano, a loro parere, sotto la possibilità di controllo ed esame della giustizia amministrativa.


Secondo le associazioni “ tale decisione di incompetenza generale fondata sulla teoria degli atti del Governo è inaccettabile” .
Da un lato essa comporta l’esclusione dal controllo giudiziario anche di decisioni come quella in questione che attengono a violazioni dei diritti umani fondamentali e in particolare del principio di non refoulement dei richiedenti asilo.
In questo caso, segnalano le associazioni, la decisione riguarda anche l’invio di materiali militari verso un Paese verso il quale sarebbe in vigore un embargo militare stabilito sia dall’ONU che dall’UE .

Inoltre la nozione di “atto del governo”, non avendo un quadro legale ben definito, può essere utilizzata dai giudici amministrativi per rinunciare al proprio ruolo di controllo, evitando di porre il Governo in una situazione difficile.

Al contrario le associazioni ricordano che in Belgio il Consiglio di Stato ha annullato le licenze di esportazione di armi dal paese verso l’Arabia saudita, sulla base di un esame minuzioso sulla condizione dei diritti umani nel paese .

Perciò è tempo che anche i giudici francesi prendano posizione – chiedono con forza le associazioni – non nascondendosi dietro teorie retrograde per rifiutarsi di sanzionare delle decisioni che ignorano gravemente i diritti umani con il pretesto che tali atti sarebbero stati il risultato di negoziati con le autorità straniere.

E’ questa la ragione per cui le otto associazioni che hanno presentato ricorso contro la consegna delle navi alla Libia da parte della Francia persistono nella loro azione, chiedendo la verifica della costituzionalità della dichiarazione di incompetenza dichiarata dai giudici amministrativi in merito agli atti del governo.

Esse non si fermeranno – concludono nel loro comunicato – finché non sarà messa fine a un’impunità che comporta la persistenza, a tutti conosciuta, della violazione dei diritti umani dei migranti in Libia .


Il comunicato stampa in francese

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