Con l’adozione di una risoluzione sul tema “La barca lasciata a morire: azioni e reazioni”, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, riunita in sessione plenaria a Strasburgo il 24 giugno 2014, ha riconosciuto l’importante lavoro degli Stati membri, in particolare dell’Italia, volto a salvare un numero maggiore di vite in mare. Tuttavia, l’Assemblea ha affermato che rimangono ancora delle preoccupazioni, “tra cui l’incapacità di comunicare, individuare e ammettere la responsabilità e imparare la lezione”.
Il testo adottato, basato su un rapporto di Tineke Strik (Paesi Bassi, SOC) chiede “tolleranza zero per le vite perse in mare”, consigliando standard chiari, vincolanti e comuni per le operazioni di ricerca e salvataggio (SAR) e per lo sbarco, un ulteriore impegno nell’assistere gli Stati costieri ad accrescere le risorse per le operazioni SAR e porre fine a tutti i disincentivi per le navi private a condurre i salvataggi. L’Assemblea ha inoltre chiesto la creazione di canali legali sicuri per l’Europa attraverso l’armonizzazione delle procedure di asilo comuni e la solidarietà.
Un secondo rapporto di Christopher Chope (Regno Unito, EDG) sul tema “l’arrivo di massa di flussi migratori misti sulle coste italiane”, discusso congiuntamente con il rapporto di Strik, ha elogiato “il miglioramento del lavoro condotto dalle autorità italiane nel rispondere alle emergenze”, in particolar modo tramite l’operazione Mare Nostrum. Tuttavia, ha sottolineato il fatto che vi sono ulteriori sfide strutturali nelle politiche migratorie italiane ed europee che necessitano un’azione immediata per adeguare il sistema a tale scopo.
Fonte: COE