Iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, il giudice al comune di Ferrara: si deve aspettare la Corte Costituzionale

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Inammissibile l’impugnazione proposta dal comune al tribunale. ASGI: contenzioso legale allungato è contro l’interesse della comunità


Nell’ottobre scorso il Tribunale di Ferrara era stato chiamato a giudicare il “decreto Salvini” nella parte in cui, secondo l’interpretazione che ne ha dato il Ministero in due circolari, vieterebbe l’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo.

Il giudizio era stato sollecitato da un cittadino del Tagikistan assistito dall’avvocato Andrea Bassi del foro di Ferrara, presente in Italia da oltre due anni, dopo esser fuggito dalle incursioni dei Talebani nel suo Paese. Nel giudizio era intervenuta anche l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, con gli Avv.ti Guariso e Neri, che anche avanti altri tribunali d’Italia, aveva sostenuto le ragioni dei richiedenti asilo.

Il Giudice ritenendo che il divieto di iscrizione sia contrario a diverse disposizioni della nostra Costituzione e di trattati internazionali aveva rimesso la questione alla Corte costituzionale ma al contempo aveva ordinato , in attesa del giudizio della Corte, l’iscrizione del ragazzo, al fine di evitare i danni che questi, in attesa del giudizio, potrebbe subire da una norma a rischio di incostituzionalità.

Il comune di Ferrara ha impugnato la decisione, ma il Tribunale ha risposto ricordando che, essendo ormai il giudizio sospeso in attesa del pronunciamento della Corte, nessuna ulteriore decisione può essere presa.

Suscita quantomeno perplessità la scelta dell’amministrazione comunale che, anziché attendere il giudizio della Corte, ha ritenuto di prolungare ulteriormente – e senza successo – il contenzioso legale senza alcun effettivo interesse per la collettività. Infatti l’udienza davanti la corte costituzionale è già fissata per il prossimo marzo e dunque nessun pregiudizio può derivare alla collettività locale dalla iscrizione dell’interessato nel periodo di attesa.

Il ricorrente e l’associazioni che l’hanno sostenuto attendono al contrario il giudizio della Corte Costituzionale davanti alla quale sosterranno il principio dell’ uguaglianza di trattamento di tutti gli stranieri che hanno diritto al soggiorno, per qualsiasi titolo, convinti che ciò risponda all’obiettivo di una vera coesione sociale e quindi agli interessi della collettività.

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