Report di ActionAid e Openpolis sugli effetti del Decreto Sicurezza

Argomenti:d.l. 113/2018
Tipologia del contenuto:Notizie

Bandi di gara deserti, aumento degli stranieri irregolari sul territorio, maggiore marginalità e fine dell’accoglienza diffusa. Questo è il quadro presentato dal report di ActionAid e Openpolis “La sicurezza dell’esclusione – Centri d’Italia 2019”.

Il report di ActionAid e Openpolis “La sicurezza dell’esclusione – Centri d’Italia 2019” dà il quadro degli effetti della riforma del sistema di accoglienza, che si basa principalmente su due provvedimenti del primo Governo Conte: il decreto sicurezza, che abolisce la protezione umanitaria e smantella il sistema Sprar, e il nuovo schema di capitolato di gara.

Nella prima parte del rapporto emerge come la scelta di abolire la protezione umanitaria abbia contribuito a una maggiore presenza irregolare sul territorio di cittadini stranieri. L’abolizione della protezione umanitaria si traduce infatti nell’aumento immediato della percentuale di persone a cui non viene riconosciuta alcuna forma di protezione internazionale (dal 67% nel 2018 all’80% nel 2019).

Sul fronte dei nuovi capitolati di gara dei centri di prima accoglienza e dei Cpr, analizzato nella seconda parte del report, vengono individuate due tendenze: la riduzione dei finanziamenti ha penalizzato i centri di accoglienza più piccoli a danno delle cooperative e associazioni e dell’accoglienza diffusa, incentivando invece la gestione di grandi centri. La seconda tendenza rileva la difficoltà evidente nell’applicazione del nuovo schema di capitolato: di fatto il bando di gara con i nuovi standard di accoglienza va spesso deserto costringendo le prefetture a prorogare i contratti preesistenti. Dal dicembre 2018 all’inizio di agosto del 2019 su 428 contratti d’appalto più della metà sono proroghe, mentre solo 2018 sono accordi quadro che seguono i nuovi standard.

Secondo l’analisi del report, il taglio dei fondi dedicati all’accoglienza, soprattutto per i centri di accoglienza straordinaria (CAS), non solo elimina i servizi per l’integrazione (non sono più previsti i corsi di italiano, nè corsi di formazione), ma ha anche portato alla chiusura di piccoli centri, obbligando il trasferimento di rifugiati e richiedenti asilo in città o paesi diversi e interrompendo quindi eventuali percorsi d’inserimento sociale e lavorativo.


Il Report: La sicurezza dell’esclusione – Centri d’Italia 2019


Si veda anche:

Decreto sicurezza, bandi deserti e piccole strutture chiuse: così naufraga l’accoglienza – Repubblica, gennaio 2020

Dopo Decreto Sicurezza bandi per accoglienza andati deserti – Vita, gennaio 2020


Foto da Canva

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