Tribunale di Bari, sentenza del 10 agosto 2017, n.4089

Qualora il trattenimento di stranieri in un CIE (che costituisce sempre luogo ove viene limitata la libertà personale dei trattenuti e che deve pertanto rispondere ai principi costituzionali in materia) avvenga in condizioni lesive della dignità delle persone trattenute e contrastanti con le norme di legge che presiedono al funzionamento di tali strutture, si realizza un danno all’immagine e alla identità delle amministrazioni locali (Comune e Provincia) ove tali centri sono stati collocati e tale lesione fonda il diritto delle predette amministrazioni al risarcimento del danno a carico del Ministero dell’Interno e della Presidenza del Consiglio dei Ministri (che presiedono alla regolazione di dette strutture). In caso di inerzia delle amministrazioni locali, la relativa domanda può essere proposta in giudizio da singoli elettori in qualità di sostituti processuali ai sensi dell’art. 9 , comma 1, Dlgs 267/00.

 

Centri di identificazione e espulsione – condizioni di trattenimento – contrasto con le norme che presiedono alla limitazione delle libertà personali – violazione dei diritti delle persone trattenute – danno all’immagine e alla personalità delle amministrazioni locali ove il CIE è collocato – sussistenza – inerzia delle amministrazioni nella domanda di risarcimento – legittimazione attiva dei singoli elettori – art. 9 dlgs 267/00 – sussistenza

 

Tribunale di Bari 10 agosto 2017, est. Potito, Paccione e Carlucci (in proprio) contro Ministero dell’Interno, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Prefettura di Bari (Avvocatura Stato) e contro Comune di Bari, Provincia di Bari, Regione Puglia.