Ognuno ha diritto alla nazionalità.Un rapporto e una petizione per proteggere le persone apolidi

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La rete europea sulle apolidia (ENS) lancia un nuovo rapporto ed invita a firmare la petizione che verrà consegnata al Parlamento europeo.Il 10 ottobre un convegno a Roma.

Sono oltre 10 milioni gli apolidi nel mondo.
Di questi, la metà, 5 milioni, sono bambini che nascono senza cittadinanza.

La mancanza di registrazione delle nascite, in combinazione con altri fattori, quali lo spostamento, la migrazione, la discriminazione nei confronti delle minoranze, possono portare a un bambino a nascere senza cittadinanza e a essere considerato come un cittadino senza Stato.

Come è successo a Stephen, che ha chiesto asilo nel Regno Unito: gli è stato rifiutato e gli e’ stato detto di ritornare nel proprio paese. Ma lui non può .

“E’ difficile raccontare a qualcuno cosa significa essere apolidi.
Non avere un Paese che puoi chiamare ‘ il tuo paese’.Tu non appartieni a questo posto. Tu appartieni a un posto che sta altrove. Punto”(1)

A 60 anni dall’emanazione della Convenzione del 1954 delle Nazioni Unite sull’ apolidia, la rete europea sulle apolidia (ENS) ha lanciato un nuovo rapporto “Ancora apolidi, ancora sofferenti – Perché l’Europa deve agire ora per proteggere le persone apolidi”.
Venti immigrati apolidi raccontano la loro storia nel rapporto.
Ci parlano delle cause della loro condizione di fantasmi :  successioni e disgregazione di Stati, leggi che impediscono la trasmissione della cittadinanza da parte dei genitori, difficoltà burocratiche. Storie che raccontano di individui che, sempre piu’ a causa anche di guerre e persecuzioni che provocano estesi flussi migratori , non hanno accesso ai diritti fondamentali, bloccati in un limbo senza fine, disperatamente alla ricerca di diventare una parte della società.

Persone che, troppo spesso poi, cadono vittime degli sfruttatori di esseri umani, bambini costretti a matrimoni precoci e privati dell’infanzia, del gioco e del diritto allo studio. Invisibili, senza la possibilità di accedere ai diritti fondamentali, le persone prive di cittadinanza stanno aumentando nel mondo ed in Europa dove sono, ad oggi, oltre 600 mila.

 

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Il grafico mostra la continua crescita dell’adesione degli Stati alle Convenzioni sull’Apolidia (Fonte UNHCR)

C’e’ molto ancora da fare per far uscire dall’invisibilità e riportare i diritti degli apolidi  alla luce.

Se ne parlerà anche a Roma il prossimo 10 ottobre, in un incontro in cui interverrà l’avv. Giulia Perin dell’ASGI .

Nel rapporto ENS valuta criticamente la situazione e formula raccomandazioni per la riforma urgente da chiedere agli Stati di attuare adeguate garanzie e le procedure di regolarizzazione per gli apolidi. In particolare ENS raccomanda ai Governi e all’Europa che:

1) Tutti gli Stati europei aderiscano alla Convenzione del 1954 apolidia entro la fine del 2014.
2) Tutti gli Stati europei s’impegnino ad adottare le misure necessarie per introdurre entro la fine del 2016 una procedura di determinazione apolidia funzionante .

La pubblicazione del rapporto è una parte di una campagna più ampia che culminerà in una giornata di azione contro apolidia in tutta Europa il il 14 Ottobre 2014, quando la petizione per proteggere le persone apolidi sarà consegnata ai leader europei.

Firma la petizione[button href=”” style=”emboss” size=”medium”][/button]

 

L’ASGI, da sempre attiva nella promozione dei diritti degli apolidi, fa parte nell’ENS e attualmente sta sviluppando le azioni previste nel progetto OUT OF LIMBO .

(1) Video tratto da Stateless: The world’s most invisible people?  a cura della Thomson Reuters Foundation

Per approfondire

Il sito dell’European Network Statelessness

Detenzione e apolidia– International Detention Coalition

Statelessness Program – Tilburg University

La sezione Apolidia con le azioni dell’ASGI

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