Contributo affitti discriminatorio, respinto l’appello della Regione FVG

Condannata la Regione. Ora i Comuni possono sbloccare le domande dei cittadini stranieri e va modificato il regolamento, anche quello sulle case popolari.

Il 25 novembre 2021 la Corte d’Appello di Trieste ha respinto l’appello della regione Friuli Venezia Giulia contro la decisione di primo grado che aveva imposto la modifica del regolamento regionale n. 66/01 nella parte in cui richiedeva ai cittadini stranieri la produzione di documenti del paese di origine e di provenienza per accedere al “contributo affitti”.

Si trattava di una disposizione del tutto irragionevole che negli anni passati ha rappresentato un rilevantissimo ostacolo nell’accesso dei cittadini stranieri a questa prestazione assistenziale e di una grave forma di ingiustizia .

É infatti del tutto illogico richiedere ai soli stranieri documenti aggiuntivi oltre all’ISEE (sul quale vengono comunque riportate le eventuali proprietà all’estero, che devono essere denunciate all’agenzia delle entrate).

Come ha osservato la Corte Costituzionale nella sentenza 9/2021 riguardante una identica disposizione contenuta in una legge della Regione Abruzzo – anche un italiano (che accede al contributo sulla base del solo ISEE) ben può possedere un immobile all’estero.

Inoltre pressoché tutte le Regioni italiane  (tranne il Friuli VG)  hanno ormai rimosso questo tipo di previsioni.

A questo punto la Regione è tenuta a dare piena esecuzione alla decisione e a cancellare l’art. 29, comma 1bis della LR 1/2016 chiarendo che tutti i richiedenti, italiani e stranieri, accedono al contributo a parità di condizioni, fermi tutti i successivi controlli che potranno e dovranno essere fatti, indipendentemente dalla cittadinanza.

Ciò consentirà ai Comuni (che dopo la decisione di primo grado hanno ammesso “con riserva” gli stranieri, sospendendo però l’erogazione per tutti) di sbloccare il contributo per l’anno 2021 e procedere alla erogazione.

Resta aperta la questione della medesima clausola contenuta nel Regolamento 208/2016  riguardante l’assegnazione degli alloggi pubblici. ASGI si augura che, data l’identità della questione,  la Regione voglia spontaneamente provvedere anche alla modifica di detto regolamento evitando così un ulteriore contenzioso che è già costato soldi alle casse pubbliche e inutili complicazioni alla macchina amministrativa.

Foto di Pixabay da Pexels

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