Il Patto sulla migrazione rischia di far aumentare la profilazione etnica nell’Unione europea

donna con velo ferma tra le persone che camminano

Più di 80 attori della società civile chiedono al Parlamento e al Consiglio di non includere gli accertamenti sul territorio nel nuovo Regolamento Screening.

Il Regolamento Screening è una delle principali proposte di riforma introdotte con il Patto Europeo e i negoziati per l’adozione del regolamento sono attualmente in corso.

Uno degli articoli del nuovo regolamento (l’articolo 5) consentirà agli Stati di svolgere accertamenti nei confronti di persone migranti prive di documenti non solo al momento dell’ingresso, ma in qualsiasi occasione all’interno del territorio.

Questa prassi potrà avere come conseguenza l’aumento dell’applicazione di misure detentive e una tendenza sempre più marcata alla profilazione etnica dei cittadini da parte delle autorità di polizia. 

Lo “screening” di chiunque sia sospettato di essere un migrante senza documenti potrebbe avere un impatto ampio e indiscriminato sulle comunità già razzializzate.
Il rischio è creare un ambiente ostile in cui le minoranze – siano esse cittadini dell’UE o individui con uno status di residenza regolare o irregolare – si troverebbero ad affrontare un rischio maggiore di essere oggetto di controlli discriminatori e potenzialmente detenuti senza adeguate garanzie.

L’azione stessa di fermare chiunque sia sospettato di essere privo di documenti comporta enormi rischi di profilazione razziale, poiché si è già visto che le forze di polizia si basano su caratteristiche razziali, etniche, nazionali o religiose nelle loro operazioni scrive PICUM – ricordando una recente ricerca pubblicata nell’ottobre 2023 dall’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali.

L’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione aderisce all’appello, ricordando come già nei mesi scorsi aveva inviato una segnalazione al Comitato per l’Eliminazione delle Discriminazioni Razziali (CERD) ed evidenziando anche recenti episodi di discriminazione basati sulla profilazione etnica, con protagoniste persone che per le loro caratteristiche somatiche o per il modo di esprimersi, di vestire o di “apparire” vengono percepite come straniere o come minoranza e affrontano quotidianamente la discriminazione e le sue conseguenze. L’esatta portata del fenomeno, tuttavia, è difficile da valutare a causa della mancanza di dati e della generale tendenza a non riportare tutti gli episodi di razzismo .

I risultati della ricerca “Esseri neri in Europa”– ricorda PICUM – dimostrano che spesso le persone nere e di origine africana sono già soggette a controlli discriminatori e arbitrari, indipendentemente dalla cittadinanza o dallo status di residenza. Infatti, oltre la metà delle persone di origine africana intervistate ha ritenuto che il loro più recente arresto da parte della polizia fosse il risultato di una profilazione razziale.

L’articolo 5 che si vuole introdurre solleva dunque preoccupazioni per diverse potenziali violazioni dei diritti umani che vengono elencate nell’appello completo alle istituzioni dell’Unione europea , ma risulta anche discutibile alla luce del parere emesso dal servizio giuridico del Parlamento europeo: questa misura non servirebbe all’obiettivo di una migliore gestione delle frontiere esterne, poiché i legami geografici e temporali tra le persone intercettate e i controlli sarebbero troppo deboli.

ASGI e le principali reti della società civile europea e le organizzazioni nazionali:

– Chiedono ai colegislatori di eliminare l’articolo 5 dalla proposta di regolamento sullo screening, in linea con la posizione del Parlamento europeo.

Condannano la proliferazione di procedure che autorizzano la polizia e la detenzione arbitraria di cittadini di Paesi terzi senza le dovute garanzie procedurali e l’accesso a rimedi efficaci.

– Esprimono forte preoccupazione per la palese incoerenza tra gli impegni assunti con il Piano d’azione dell’UE contro il razzismo per quanto riguarda la cessazione della profilazione razziale e l’introduzione di disposizioni che legittimerebbero pratiche discriminatorie diffuse nell’ambito della legislazione dell’UE.

– Chiedono ai legislatori dell’UE di sostenere i diritti umani e l’uguaglianza in tutto il Patto .


Per sottoscrivere potete compilare questo modulo e diffondere l’appello.

Primi Firmatari

European/ international networks and organisations

  • Amnesty International
  • Blindspots
  • Border Violence Monitoring Network
  • Caritas Europa
  • Collective Aid
  • Equinox Initiative for Racial Justice
  • EuroMed Rights
  • Europe Cares
  • European Anti-Poverty Network (EAPN)
  • European Center for Constitutional and Human Rights (ECCHR)
  • European Digital Rights (EDRi)
  • European Network Against Racism (ENAR)
  • forRefugees
  • Glocal Roots
  • Greek Council for Refugees (GCR)
  • InterEuropean Human Aid Association Germany e.V. (IHA)
  • Ivorian Community of Greece – (CIG)
  • Jesuit Refugee Service (JRS) Europe
  • La Strada International
  • Mobile Info Team
  • Mujeres Supervivientes de violencias de genero
  • One bridge to Idomeni OBTI
  • Oxfam
  • Platform for International Cooperation on Undocumented Migrants (PICUM)
  • Quaker Council for European Affairs (QCEA)
  • Refugee Legal Support (RLS)
  • Revibra Europe
  • Save the Children

National level networks and organisations

  • CIRÉ, Belgium
  • Jesuit Refugee Services Belgium (JRS Belgium), Belgium
  • Soutien Belge Overseas, SBOVERSEAS, Belgium
  • Center for legal aid – Voice in Bulgaria, Bulgaria
  • Mission Wings Foundation, Bulgaria
  • Jesuit Refugee Service France (JRS France), France
  • Agisra e.V. Köln, Germany
  • Project Shelter Frankfurt, Germany
  • Grenzenlose Wärme – Refugee Relief Work e.V., Germany
  • Europe Cares e.V. / Paréa Lesvos, Germany/Greece
  • ARSIS Association for the Social Support of Youth, Greece
  • Avocats Sans Frontières – France (ASFF), Greece
  • Be Aware And Share (BAAS), Greece
  • Dråpen i Havet / Stagona, Greece
  • ECHO100PLUS, Greece
  • Equal Legal Aid, Greece
  • Fenix Humanitarian Legal Aid, Greece
  • Greek Forum of Refugees, Greece
  • Hope Cafe Athens, Greece
  • I Have Rights (IHR), Greece
  • Jesuit Refugee Service Greece -JRS, Greece
  • Khora Asylum Support Team, Greece
  • Legal Centre Lesvos, Greece
  • Lighthouse Relief, Greece
  • Love Without Borders For Refugees in Need, Greece
  • Network for Children’s Rights (NCR), Greece
  • Northern Lights Aid, Greece
  • Project Armonia, Greece
  • Samos Volunteers, Greece
  • SolidarityNow, Greece
  • Movement of Asylum Seekers in Ireland (MASI), Ireland
  • Association for Juridical Studies on Immigration (ASGI), Italy
  • Sienos Grupė, Lithuania
  • JRS-Luxembourg, asbl, Luxembourg
  • Aditus foundation, Malta
  • Jesuit Refugee Service Malta (JRS), Malta
  • Association of citizens for promotion and protection of cultural and spiritual values Legis Skopje, North Macedonia
  • Association for Legal Intervention (Stowarzyszenie Interwencji Prawnej), Poland
  • Hope & Humanity Poland, Poland
  • Podlaskie Ochotnicze Pogotowie Humanitarne, Poland
  • ReFOCUS Media Labs, Poland
  • Infokolpa, Slovenia
  • Andalucía Acoge, Spain
  • Asociación Por Ti Mujer, Spain
  • Equipo Decenio Afrodescendiente España, Spain
  • Fundación CEPAIM, Spain
  • País Valenciá pels Drets Humans, Spain
  • RED AMINVI (Red de apoyo a la mujer inmigrante víctima de violencia), Spain
  • Salud por Derecho, Spain
  • València és Refugi, Spain
  • Birlikte Yaşamak İstiyoruz İnisiyatifi / We Want to Live Together Initiative, Turkey
  • Refugee Biriyani & Bananas, United Kingdom
  • Migrants’ Rights Network, United Kingdom

Foto di Beyzaa Yurtkuran da Pexels

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