La presentazione da parte della Presidente del Consiglio dei ministri alla Procura nazionale Antimafia (soggetto peraltro non competente a svolgere direttamente indagini, ma soltanto a coordinarle) di un esposto circa i sospetti di truffe sugli ingressi regolari per lavoro nell’ambito delle quote stabilite con decreti da essa stessa emanati, appare paradossale, perché pare dimenticare che:
1) il Governo è in carica dal 28 ottobre 2022, ma da 19 mesi esso e la maggioranza parlamentare che lo sorregge si sono dedicati ad adottare soprattutto nuove norme e provvedimenti restrittivi dei diritti delle persone straniere;
2) Questo Governo ha introdotto nuove norme sugli ingressi regolari per lavoro che:
- si basano soltanto su un meccanismo che pretende di far incontrare a distanza l’offerta e la domanda di lavoro e dunque di per sé crea anche il mercato delle offerte di lavoro.
- confermano le norme introdotte nel 2022 da gran parte della stessa maggioranza nell’ambito del Governo Draghi, le quali hanno di fatto privatizzato aspetti decisivi delle procedure mirate al rilascio di ogni nulla-osta al lavoro, da allora affidati all’intermediazione di associazioni di datori di lavoro e ad asseverazioni sull’effettiva esistenza di ogni rapporto di lavoro svolte da liberi professionisti privati (consulenti del lavoro e commercialisti);
- hanno sostituito le sistematiche verifiche prima in capo agli ispettori del lavoro;
- prevedono verifiche delle questure solo dopo l’ingresso dei lavoratori stranieri senza prevedere un sistema semplificato per velocizzare l’ottenimento dei visti;
- permettono sì il regolare ingresso in Italia di numeri crescenti di lavoratori stranieri che però spesso non riescono a stipulare rapporti di lavoro con datori di lavoro per tempistiche troppo lunghe tra il rilascio dei nulla-osta al lavoro e il rilascio dei visti di ingresso per lavoro da parte dei consolati (che spesso non rispettano il termine di 30 giorni per il rilascio), impedendo a chi ha necessità di assumere di farlo in base alle necessarie tempistiche.
3) Questo Governo ha abrogato la facoltà di chiedere un permesso di soggiorno per protezione speciale a quanti si trovano già sul territorio italiano, permesso rilasciato a chi dimostra un’effettiva integrazione sociale, con ciò cancellando una forma razionale di regolarizzazione ad personam (permesso di soggiorno anche a fronte di concreta offerta di lavoro), che esiste in altri Paesi dell’Unione europea e che deriva dal rispetto di Convenzioni internazionali che l’Italia ha il dovere di attuare.
Sono queste norme e queste tempistiche – come dimostrato dai dati raccolti dalla Campagna Ero Straniero – che, non consentendo ai lavoratori stranieri di ottenere il permesso di soggiorno nei tempi e modi previsti dalla legge, li costringono spesso nelle mani degli sfruttatori.
Oltre a migliorare il sistema degli ingressi esistente attraverso misure che rendano più efficaci le tempistiche, è opportuno attivare un visto di ingresso per inserimento nel mercato del lavoro, con garanzie o autosponsorizzazione, che consenta un diretto incontro della domanda e dell’offerta di lavoro, svincolando chi cerca lavoro da possibili truffe o ricatti, invece che persistere su un irrazionale meccanismo di una periodica programmazione delle quote di ingresso per lavoro basato su un fantomatico incontro a distanza che i fatti dimostrano fallace e illusorio.
Il Governo ha quindi denunciato se stesso e la sua incapacità e non volontà di gestire con razionalità la questione migratoria nel rispetto delle effettive esigenze e dinamiche del mercato del lavoro, della prevenzione di atti illeciti e della tutela dei diritti fondamentali.