Report sulla visita al Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Trapani

immagine dall'alto del centro di permanenza

A seguito della visita di una delegazione ASGI nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Trapani e del monitoraggio svolto nei mesi successivi, pubblichiamo il nostro rapporto che denuncia violazioni di diritti fondamentali e richiama le autorità competenti al rispetto degli standard di legalità.

Il centro di Trapani, situato nella frazione di Milo, è tornato operativo come CPR dal 20211, dopo un periodo di chiusura per inagibilità iniziato a febbraio 2020. Malgrado il suo inquadramento giuridico, la funzione del centro risulta essere ibrida e vengono attuate prassi riconducibili all’approccio hotspot. Nel CPR di Trapani, infatti, nell’ambito delle procedure di determinazione della condizione giuridica delle persone straniere, per la quasi totalità in arrivo dall’hotspot di Pantelleria, vengono sottoposte a detenzione, selezione e classificazione in modo informale.

L’obiettivo della visita e del monitoraggio è stato di fare chiarezza sulle procedure attuate nel centro, sui servizi effettivamente disponibili per le persone trattenute e in generale sulle condizioni di detenzione. Durante la visita, autorizzata dalla Prefettura e svoltasi il 15 dicembre 2022, è stato possibile accedere alla struttura, intervistare l’ente gestore e le autorità di polizia presenti nel centro, e colloquiare con le persone trattenute, laddove disponibili o su richiesta delle stesse2. Tuttavia, in violazione di una piena implementazione del loro diritto alla comunicazione con il mondo esterno, non è stato possibile avere colloqui individuali con le persone trattenute, ma solo collettivi e attraverso le sbarre. La raccolta di informazioni è proseguita nei mesi successivi alla visita attraverso la formulazione da parte di ASGI  di istanze di accesso civico generalizzato.

Mantenendo ferma la nostra convinzione che il CPR è in generale un sistema di privazione della libertà personale che determina gravi violazioni dei diritti umani fondamentali, le principali criticità riscontrate nell’ambito del monitoraggio si rilevano difficoltà nell’accesso

  •  all’informativa legale,
  • alla protezione internazionale
  • al diritto di difesa
  • alla libertà di comunicazione
  • al diritto alla salute.

Inoltre, secondo quanto riferito dalle persone trattenute, risulta carente la condivisione di materiale informativo, consegnato alle persone trattenute solo in occasione della visita, viene percepita come insufficiente la fornitura di pasti e servizi, e l’organizzazione di attività ricreative accessibili alle persone trattenute, e inadeguate le condizioni materiali.


Note:

  1. Il centro di Trapani è operativo sotto diverse forme giuridiche da diversi anni: dopo un periodo di funzionamento come Centro di Identificazione ed Espulsione (CIE), è stato trasformato, alla fine del 2015, in centro hotspot. La destinazione del centro è stata nuovamente modificata a ottobre 2018, quando è stato convertito in Centro di permanenza per il rimpatrio (CPR).
  2. Ai sensi dell’art. 7, della Direttiva del Ministero dell’Interno datata 19 maggio 2022.

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