Sconcertante l’allineamento verso una politica migratoria di stampo repressivo basata sull’approccio fallimentare degli hotspot da parte di un’ampia maggioranza di forze politiche presenti nel Parlamento europeo.
Gruppi di destra, di centro e i socialisti hanno aderito alla volontà della Commissione europea e dei governi degli Stati membri, abdicando al rispetto dei principi fondamentali di solidarietà e coesione sui diritti umani su cui l’Unione europea dovrebbe fondarsi.
Come Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) ci opporremo a questa deriva dell’indebolimento del diritto di asilo contenuta nell’accordo politico raggiunto nella notte tra le istituzioni europee perché:
- introdurre la finzione giuridica di non ingresso, in base alla quale le zone di frontiera sono considerate come non parte del territorio degli Stati membri creerà pericolose zone grigie con il rischio di escludere ulteriormente le persone da una tutela effettiva dei loro diritti;
- trattenere in zone di frontiera chi entra via terra sul territorio nazionale o viene soccorso in mare ( ma anche chi perde il diritto al soggiorno regolare) significa privare inutilmente della libertà le persone, anche vulnerabili e bisognose di protezione, operando una selezione superficiale che le espone al rimpatrio in paesi in cui sono a rischio di persecuzione;
- valutare la domanda di asilo di coloro che appartengono a cittadinanze con bassi tassi di riconoscimento della protezione internazionale con trattenimento in frontiera fino a 12 settimane significa creare un sistema non solo repressivo ma anche discriminatorio sulla base della nazionalità;
- estendere il trattenimento in frontiera anche oltre le 12 settimane per chi vede rifiutata la domanda di protezione in attesa del rimpatrio ed in caso di situazioni di flussi consistenti significa accanirsi nella violazione del diritto alla libertà personale e può esporre le persone migranti al rischio di refoulement;
- mantenere ferma la responsabilità dell’esame della domanda di asilo per lo Stato di primo ingresso, permetterà agli altri Paesi europei di evitare di accettare migranti sul loro territorio versando un contributo economico (anche su fondi destinati al controllo delle frontiere in Paesi terzi), scaricando così la responsabilità dell’accoglienza dei migranti sui paesi di primo arrivo e violando il principio di solidarietà tra gli Stati membri.
Non pare sia prevista deroga all’applicazione di queste misure per le famiglie con minori (solo per i minori soli, che non siano considerati rischio per la sicurezza); non appare adeguatamente garantito il diritto a ricevere assistenza legale nella fase amministrativa durante le procedure di frontiera; non è previsto effetto sospensivo per la maggior parte dei ricorsi proposti contro rigetti adottati nell’ambito di una procedura di frontiera e, infine, è prevista l’adozione di una lista UE di Paesi terzi sicuri.
Il Parlamento europeo deve, tuttavia, ancora votare i testi definitivi.
ASGI esorta con forza tutti i parlamentari europei, individualmente e a prescindere dal loro schieramento politico, ad opporsi a questa pericolosa controriforma che nega il diritto di asilo e il diritto al non-refoulement.
Se confermate nel testo finale, molte di queste norme sono innegabilmente incompatibili con la nostra Costituzione, che prevale su qualsiasi altra normativa, quella comunitaria inclusa, nel definire come inviolabili e fondamentali il diritto alla libertà personale, il diritto d’asilo costituzionale, il diritto di difesa e il principio di uguaglianza.